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TMW RADIO - Calcagno: "La riforma dello sport è a rischio. A Gravina chiedo continuità"
SCANNER: Riforma dello Sport, addio o arrivederci?
Con Giulio Dini, Francesco Benvenuti, Niccolò Ceccarini. In collegamento Umberto Calcagno e Antonello Valentini
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Umberto Calcagno, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori e consigliere federale FIGC, è intervenuto in diretta a Scanner, trasmissione di TMW Radio per parlare della riforma dello sport: "Purtroppo, per le tempistiche strette rimaste, rischia di cadere nel vuoto. Abbiamo inviato una lettera al Presidente del Consiglio per fargli capire quanto sarebbe importante non perdere il lavoro di questi anni. Sarebbe davvero un peccato ma siamo legati a un filo".
È vero che la riforma spaventa le società?
"C'è stata tanta strumentalizzazione, parlare di 500mila soggetti beneficiari di questo provvedimento significa fare terrorismo psicologico. I dati di Sport&Salute ci dicono che i ristori sono per 150mila persona, dei quali solo il 10% superava i 10mila euro lordi. C'erano adeguate coperture nei primi due anni, ed è un provvedimento che avrebbe dato dignità a noi e ai nostri figli, un salto di qualità. Dobbiamo chiederci come faranno sport i nostri figli, sarebbe un'occasione persa per l'intero sistema, non solo per gli atleti. Sono risorse che sarebbero state destinate a chi vive di solo sport, e speriamo che le cose possano arrivare a compimento. Quanto fatto dallo stesso Spadafora era molto apprezzato da parte nostra".
Sul lato femminile ci sono maggiori garanzie?
"Lì c'è già una delibera del Consiglio Federale oltre a provvedimenti resi operativi fin da subito, per arrivare al professionismo nel 2022/2023. Il loro percorso è già tracciato, grazie all'impegno di tutti, e non ci saranno passi indietro. Ma anche la Serie B femminile, il C5 maschile o altri sport come pallavolo, rugby... Ci sono carriere di 15 anni espresse dal meglio del nostro sport, non riconosciute: è qualcosa di aberrante".
Cosa auspicate da Gravina?
"Che ci sia continuità con l'ultimo anno e che si riesca a lavorare bene insieme, abbiamo obiettivi condivisi e non dubitiamo lo saranno anche in questo quadriennio. Gli obiettivi li abbiamo individuati, non credo ci siano problemi con le altre componenti ma dobbiamo muoverci velocemente, ci sono situazioni economicamente devastanti figlie non soltanto del Covid ma anche di scelte sbagliate o mancate nell'ultimo decennio".
È vero che la riforma spaventa le società?
"C'è stata tanta strumentalizzazione, parlare di 500mila soggetti beneficiari di questo provvedimento significa fare terrorismo psicologico. I dati di Sport&Salute ci dicono che i ristori sono per 150mila persona, dei quali solo il 10% superava i 10mila euro lordi. C'erano adeguate coperture nei primi due anni, ed è un provvedimento che avrebbe dato dignità a noi e ai nostri figli, un salto di qualità. Dobbiamo chiederci come faranno sport i nostri figli, sarebbe un'occasione persa per l'intero sistema, non solo per gli atleti. Sono risorse che sarebbero state destinate a chi vive di solo sport, e speriamo che le cose possano arrivare a compimento. Quanto fatto dallo stesso Spadafora era molto apprezzato da parte nostra".
Sul lato femminile ci sono maggiori garanzie?
"Lì c'è già una delibera del Consiglio Federale oltre a provvedimenti resi operativi fin da subito, per arrivare al professionismo nel 2022/2023. Il loro percorso è già tracciato, grazie all'impegno di tutti, e non ci saranno passi indietro. Ma anche la Serie B femminile, il C5 maschile o altri sport come pallavolo, rugby... Ci sono carriere di 15 anni espresse dal meglio del nostro sport, non riconosciute: è qualcosa di aberrante".
Cosa auspicate da Gravina?
"Che ci sia continuità con l'ultimo anno e che si riesca a lavorare bene insieme, abbiamo obiettivi condivisi e non dubitiamo lo saranno anche in questo quadriennio. Gli obiettivi li abbiamo individuati, non credo ci siano problemi con le altre componenti ma dobbiamo muoverci velocemente, ci sono situazioni economicamente devastanti figlie non soltanto del Covid ma anche di scelte sbagliate o mancate nell'ultimo decennio".
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