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RIAPRONO GLI STADI E CI TORNANO ANCHE I POVERI DI SPIRITO
venerdì 24 settembre 2021, 00:00L'opinione
di Stefano Prizio
per Firenzeviola.it

RIAPRONO GLI STADI E CI TORNANO ANCHE I POVERI DI SPIRITO

Con la riapertura degli stadi, alla faccia di coloro che s’illudevano che il virus avrebbe restituito una società migliore, sono tornati sugli spalti degli impianti anche i minorati dell’intelligenza e della educazione: ed ecco, l’epiteto ‘ zingaro’ indirizzato a Vlahovic dai tifosi atalantini, i cori razzisti in Milan-Lazio all’indirizzo di Bakayoko, le offese a Maignan in Juve-Milan del 19 settembre e ancora il 20 settembre i soliti cori inneggianti al ‘ Vesuvio’ in Udinese-Napoli.
Possibile che gli stadi debbano essere la sentina, la fogna, dove torme di frustrati e ignoranti spandono liberamente i propri effluvi?
Evidentemente si, anche in pieno annus dei 2021, del resto se gli arbitri, a dispetto di ciò che era stato promesso, si guardano bene dall’interrompere le gare, i poveri di spirito e di mente di cui sopra, si sentono se non legittimati, di certo scusati.

Eppure solo alcuni decenni  fa, basta vedere le foto, si andava allo stadio in paltò e borsalino, la rappresentazione di una società italiana più povera economicamente, ma più ricca in termini morali nel rispetto di se stessi e degli altri.
E a quelli che obiettano con  la solita frasetta banale che lo stadio non è un teatro, si risponda che se non è un teatro, neppure può essere un cacatoio a cielo aperto dove un uomo onesto ed educato, un babbo, tra bestemmioni, cori razzisti, offensivi e violenti, quando non atti di violenza, si vergogna a metter piede.
Infine, venendo alla Fiorentina: per ora è stato un viola come Vlahovic ad aver subito le offese, quindi è più facile prenderne le parti per il popolo fiorentino, ma mettiamo le mani avanti dicendo che non venga in mente a nessuno al Franchi di prodursi in tali emissioni flautolente pubbliche.
Infatti, oltre che schifoso, sarebbe pericoloso per i rapporti con un patron come Rocco Commisso, un italiano immigrato in U.S.A., un paese dove sono stati gli italiani a subire il razzismo.
Proprio il 23 agosto scorso è caduto il 94° anniversario dell’esecuzione della condanna a morte a Boston, per mezzo di sedia elettrica, di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti: "Sto soffrendo e pagando per colpe che ho effettivamente commesso - disse Vanzetti dinanzi ai giudici - sto soffrendo e pagando perché sono anarchico, e io sono anarchico. Sto soffrendo e pagando perché sono italiano e io sono italiano".
Il suo compagno Nicola Sacco faceva eco dal carcere scrivendo al figlioletto Dante, dandogli una lezione di vita, altruismo e mansuetudine che potrebbe risultare utile ai poveretti di cui abbiamo parlato: "Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista, dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che domandano soccorso".