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FIORENTINA FANTASTICA: GRANDE GIOCO E RAFFICA DI GOL. LA NOTTE DI BIRAGHI. ASSIST DI IKONÉ. SEGNA VLAHOVIC, SBAGLIA RIGORE E SI SCUSA. ALTRI NO ALLA CESSIONE. ROCCO, SUL FRANCHI LA ROTTURA È DEFINITIVA
martedì 18 gennaio 2022, 11:15L'opinione
di Enzo Bucchioni
per Firenzeviola.it

FIORENTINA FANTASTICA: GRANDE GIOCO E RAFFICA DI GOL. LA NOTTE DI BIRAGHI. ASSIST DI IKONÉ. SEGNA VLAHOVIC, SBAGLIA RIGORE E SI SCUSA. ALTRI NO ALLA CESSIONE. ROCCO, SUL FRANCHI LA ROTTURA È DEFINITIVA

Una notte fantastica dove gioco e gol sgorgano spontanei dalla testa e dai piedi di questi giocatori che partita dopo partita diventano sempre più il meccanismo calcistico progettato da un grande Italiano. Il crac di Torino è definitivamente sepolto, dopo cinque gol al Napoli in coppa, sei al Genoa in campionato raccontano che la Fiorentina è ripartita e nel ritorno potrà fare ancora meglio allargando l’orizzonte delle ambizioni. 

È vero che il Genoa è poca cosa, quasi una squadra in disarmo, sicuramente ha agevolato, ma la Fiorentina si è mossa sempre da squadra super organizzata, è questo quello che deve far felice l’allenatore e i tifosi, il gioco funziona, la personalità c’è e i giocatori sono sempre alla ricerca dei movimenti studiati in allenamento per perfezionarli ed esaltarli. Partita dopo partita si vedono i miglioramenti e quello che sto dicendo lo conferma il tabellino dei marcatori. Quando segnano Odriozola, Bonaventura o Torreira vuol dire che è la manovra che funziona, la manovra che porta al tiro tutti, l’esaltazione appunto di una idea di gioco. 

Ma questa è stata soprattutto la notte di Biraghi che con una doppietta su punizione e un assist ha toccato l’apice della sua storia con Firenze e la Fiorentina e onorato al massimo la fascia di capitano. Anche Biraghi racconta come un giocatore possa migliorare, giocare meglio, esaltarsi, quando c’è il gioco che lo aiuta. Ne discutemmo quando tornò dall’Inter dopo una buona stagione e c’era un perchè: l’Inter aveva un gioco. Nella Fiorentina minore degli ultimi anni era più facile perdersi, ora Biraghi esprime tutto il suo potenziale e sono contento per lui che non è un campione, ma un buon giocatore nel giro della nazionale e questo spero che ora gli sarà finalmente riconosciuto da tutti. Lo merita.

Ma, tanto per parlare di uno dei nuovi, nei pochi minuti del debutto al Franchi, ha fatto un altro assist anche Ikonè.

Difficile fare una graduatoria dei migliori: è una straordinaria serata di squadra e da squadra. 

E Vlahovic? Non ne abbiamo parlato finora, ma ha segnato anche lui. Ma questa squadra non è solo lui. Ha sbagliato anche un rigore sullo zero a zero concedendosi la leggerezza di un cucchiaio. Si è scusato e qui si è vista la maturità del ragazzo, la sensibilità e il rispetto: non si è montato la testa. Per il futuro? Siamo alle solite. 

Come vi abbiamo raccontato più volte, c’è mezza Europa del pallone alla finestra per vedere che piega prenderà la vicenda, ma per ora a farsi avanti è stata soltanto l’Arsenal che attraverso intermediari ha formulato una proposta di massima aspettando di capire quando poter mettersi a sedere per trattare.

Gli inglesi, confermiamo, sono disponibili a pagare Vlahovic fra i settanta e gli ottanta milioni inserendo nel pacchetto anche Torreira, valutato 15 milioni. Per il giocatore serbo sono pronti cinque anni di contratto a otto milioni più bonus. Una decina di milioni per il procuratore. Una proposta con i controfiocchi che dopo i silenzi che l’hanno accompagnata per settimane ha ora incontrato dei “no grazie” abbastanza decisi.

Gli intermediari a questo punto non sanno come muoversi, la posizione di Ristic e dei suoi soci sembra abbastanza netta e granitica.

Perché Vlahovic non vuole andare all’Arsenal?

La risposta è abbastanza semplice, alla proposta manca uno degli obiettivi che Dusan chiede al suo futuro: vincere. Se non ha già scelto (e i sospetti ci sono) comunque è facile immaginare che andrà in una squadra che oltre a dargli soldi gli darà anche la possibilità di conquistare soddisfazioni sportive e l’Arsenal è sì una grande società, ma lontana dai top della Premier e d’Europa.

Mancano meno di due settimane alla chiusura del mercato che farà calare il sipario la sera di lunedì trentuno gennaio e a questo punto sembra abbastanza complicato per la Fiorentina riuscire a vendere Vlahovic in questa sessione di mercato come avrebbe voluto, l’ultima occasione per portare a casa una cifra consistente e fare una grande plusvalenza.

Tutto rimandato all’estate?

È probabile anche se a questo punto il timore espresso nei giorni scorsi da Joe Barone che in realtà l’obiettivo di Vlahovic potrebbe anche essere quello di andare via a zero fra un anno diventa una opzione.

Più probabile però pensare che anche il giocatore voglia chiudere la parentesi viola in estate per trovare una nuova squadra e la tranquillità personale in vista dei mondiali in Qatar con la Serbia dove vorrà essere protagonista.

E fare supposizioni per l’estate è complicato. Ora c’è qualcuno che ipotizza che dietro la probabile rinuncia a Dybala della Juventus ci sia la volontà di investire quel maxi ingaggio su Vlahovic, ma da qui a giugno le voci saranno infinite. Caso mai c’è da capire come reagirà la Fiorentina se non riuscirà a riaprire un dialogo che porti almeno a una cessione condivisa.

Ma non solo questo.

C’è da capire anche come reagirà Rocco Commisso alla ristrutturazione del Franchi che segna il punto massimo di distanza fra la Fiorentina e l’amministrazione comunale.

E’ evidente come quella di Nardella sia una fuga in avanti. Per evitare una sconfitta totale sulla vicenda stadio ha cavalcato il filone dei fondi europei per restaurare il Franchi del quale tutti si erano disinteressati fino a tre anni fa. Siamo tutti in attesa di capire cosa partorirà il concorso di idee e quale progetto sarà scelto, ma le criticità restano tante nonostante l’ottimismo nardelliano ormai proverbiale.

Prima questione in ballo: la Fiorentina non ha ancora detto se in futuro giocherà ancora al Franchi.

Risulta che Commisso non sia felice per queste decisioni unilaterali e non è tipo da accettare con facilità l’input dell’amministrazione che gli metterà davanti un restauro non condiviso e una sorta di prendere o lasciare. Fra l’altro è immaginabile anche che l’affitto dovrà avere un notevole ritocco verso l’alto.

Ma non basta. Nessuno vi dice che i cento milioni ottenuti dal Pnrr andranno restituiti all’Europa da noi e dai nostri figli, quando invece lo stadio lo avrebbe fatto volentieri Commisso di tasca sua. Ma soprattutto non vi dicono che per restaurare il Franchi quei cento milioni europeii non basteranno.

C’è chi parla già della necessità di trovarne almeno altri cento e Rocco non è disposto a mettere neppure un euro e l’ha già detto.

Chi li metterà?

Il comune non li ha e le priorità sono altre. Il rischio di cominciare il restauro e non avere i soldi per finirlo è molto alto.

Comunque ne vedremo delle belle e non mi meraviglierei se Commisso decidesse di portare la Fiorentina a giocare altrove. E comunque questa dello stadio potrebbe essere la goccia finale che fa traboccare il rapporto fra Rocco e una certa politica fiorentina. Chi ha letto l’intervista al Financial Times ha capito cosa voglio dire.

Al di là della terminologia usata, inaccettabile e inappropriata, accentuata dal modo di esprimersi e di essere di Rocco spesso colorito, quello che ha detto è verità. Quante volte abbiamo detto “questa m.. di stadio” andando nei bagni, bagnandoci, mettendoci in coda per un caffè o guardando le crepe e la ruggine? Non è colpa di chi l’ha costruito, l’opera di Nervi è architettonicamente straordinaria e protetta dalla Soprintendenza, ma per come è stato lasciato andare negli anni da una amministrazione che pensava di fare lo stadio altrove e poi è rimasta con due plastici in mano.