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ITALIANO SI TRAVESTA DA GUARDIOLA E CAMBI PELLE PER LASCIARE INDIETRO GLI AVVERSARI. IL CORAGGIO DI EVOLVERE PER PASSARE DA SORPRESA A CERTEZZA. DUE SETTIMANE PER NON GUARDARSI INDIETRO E DOVER FARE GIÀ I CONTI CON I RIMPIANTI
venerdì 30 settembre 2022, 10:57L'opinione
di Pietro Lazzerini
per Firenzeviola.it

ITALIANO SI TRAVESTA DA GUARDIOLA E CAMBI PELLE PER LASCIARE INDIETRO GLI AVVERSARI. IL CORAGGIO DI EVOLVERE PER PASSARE DA SORPRESA A CERTEZZA. DUE SETTIMANE PER NON GUARDARSI INDIETRO E DOVER FARE GIÀ I CONTI CON I RIMPIANTI

Finalmente da oggi si potrà tornare a parlare di Serie A dopo due settimane di triste teatrino intorno a una Nazionale senza Mondiale ma con in tasca la gloriosa qualificazione alla fase finale di Nations League. Una noia mortale che presto ci attanaglierà quando si giocherà il Mondiale senza azzurri per la seconda volta di fila. 

Ma torniamo a noi, alla Fiorentina. La sosta ha portato in dote il recupero di Milenkovic ma anche nuovi dubbi sulle condizioni di Nico Gonzalez, volato dall'altra parte del mondo per non giocare nemmeno un minuto con l'Argentina e tornare più stressato che allenato. Adesso ci sarà un tour de force da mani nei capelli e Italiano, anche se i capelli non ce l'ha, sta già facendo gli scongiuri in chiave tenuta atletica dei propri uomini. 

Il tecnico viola sa benissimo che adesso è chiamato a una conferma sul campo dopo la vittoria contro l'Hellas Verona. Una rondine non fa primavera, si dice, figuriamoci in autunno. E allora forza e coraggio, è il momento di cambiare pelle come solo i grandi allenatori sanno fare. Dopo tutto, la fonte di ispirazione di Italiano è Guardiola, tecnico spagnolo che prima ha fatto evolvere il gioco del Barcellona in "guardiolismo" e poi, mentre gli altri provavano a imitarlo, ha cambiato modo di giocare almeno due volte, lasciando indietro tutti coloro che con 10 anni di ritardo tentavano di imitarlo con i passaggi orizzontali e un gioco che, fuori dalla Catalogna, ha solo annoiato. 

Adattarsi ai propri uomini è un'arte ed è quella che rende un allenatore unico o comunque più bravo dei colleghi. Anche Italiano deve fare così, deve essere coraggioso, lasciare la comfort zone del 4-3-3 ed esplorare le strade che liberano giocatori come Barak, migliorano giocatori come Amrabat e permettono agli attaccanti di ottenere più vie per attaccare la porta avversaria. Il gioco di questo inizio di stagione, complici qualche infortunio di troppo e la stanchezza dovuta alle tante partite, era diventato prevedibile e per nulla spettacolare come quello di "iachiniana" memoria (senza nulla togliere a Iachini e alla sua abnegazione viola). Contro il Verona si è vista la luce in fondo al tunnel e ora quel tunnel va attraversato fino in fondo. 

I tanti giocatori assenti per via degli impegni internazionali limitano le scelte di Italiano, che dovrà fare anche i conti con l'appuntamento di Conference che è una chiamata senza appello. Ma questo non deve togliere coraggio all'allenatore. Gasperini sa bene che non può scherzare contro la Fiorentina e farà di tutto per confermare un ottimo avvio di stagione. Per questo i viola dovranno invece confermare di essere una delle sue bestie nere e strappare punti preziosi anche in ottica entusiasmo. Poi gli Hearts a Edimburgo e poi a Firenze, nel mezzo la Lazio. 

Due settimane per capire di che pasta è fatta questa Fiorentina. Per sapere se quanto fatto in estate sarà almeno sufficiente per arrivare alla sosta Mondiale con tutti gli obiettivi ancora in ballo, anzi con un obiettivo raggiunto e uno in ballo. Sì perché non superare il girone di Conference sarebbe un qualcosa di clamoroso a cui nessuno vuole pensare. Un fallimento che rimetterebbe in gioco tutte le posizioni, non solo quelle relative a chi va in campo ma anche a tutto il contorno. Dunque non pensiamo a questa evenienza e torniamo alla parola chiave dei prossimi incontri: coraggio. Da lì e dal potenziale entusiasmo che si conquista solo vincendo deve ripartire questa squadra. Siamo lontani dal "tutto è perduto", basta non adagiarsi o abituarsi alla mediocrità. È quello di cui il tifoso fiorentino non vuole nemmeno sentire parlare.