
Bologna gioca, Fiorentina vince... C'è un'unica speranza, la Conference. Contestazione chiara della Fiesole: Commisso e società riflettano sugli errori. Palladino sotto processo: resterà?
Il calcio è così, inutile stupirsi. C’è una squadra che gioca, il Bologna e ce n’è un’altra, la Fiorentina, che si prende 3 punti. Nessuna sorpresa. Bravo Parisi, un gol e un assist. A segno anche Richardson, finalmente, poi Kean, che a momenti, ha lottato da solo contro la difesa del Bologna. Moise ha timbrato il gol numero 24 in stagione con i viola (oltre ai tre firmati in Nazionale). Palladino ha cambiato modulo per fronteggiare le emergenza schierando una sorta di 4-5-1 utile a proteggersi dalla manovra del Bologna. E così è stato per tutta la partita. Emblematico il terzo gol: rinvio di De Gea, testa di Mandragora, il migliore insieme a Parisi, e fuga di Kean. Difesa alta dei rossoblu perché gli uomini di Italiano cercavano di vincerla. Come talvolta era successo ai tempi di Firenze…
La Fiorentina ha fatto quello che poteva e lo ha fatto bene. Sono 3 punti che servono soltanto ad alimentare una flebile speranza: si chiama Conference… Una possibilità che a Firenze piace il giusto, ma la squadra ha il dovere di provarci. Come? Vincendo a Udine e contestualmente augurandosi nella sconfitta della Lazio all’Olimpico contro il Lecce… Insomma, uno scenario non semplice… Le probabilità che nella stagione ventura i viola il giovedì facciano l’amichevole col Pontassieve sono concrete.
Questo è il bilancio di una stagione che a 90 minuti dalla fine è un fallimento. Ma per i verdetti bisogna aspettare ancora una settimana. Il quadro però è già abbastanza chiaro: una parte della città tramite il dibattito in rete e nelle radio, oltre che in tv, aveva già fatto capire di non essere contenta della mossa di Commisso prima della semifinale di ritorno contro il Betis, quella di confermare Palladino portando il suo contratto a scadenza 2027. Una decisione improvvida quella del presidente, passata anche sulla testa dei suoi dirigenti che a quanto risulta non ne erano nemmeno conoscenza. Commisso poteva aspettare: magari la fine del campionato, magari l’inizio del prossimo. Non c’era tutta queste fretta. Soprattutto perché la pancia di Firenze era in subbuglio. Ora è scesa in campo anche la Fiesole che ha contestato duramente il tecnico e poi il diesse Pradè, invitati a lasciare Firenze. Quindi è toccata alla società in generale ricordando che se è questa è l’ambizione, sarebbe meglio togliere il disturbo…
La critica ha fotografato le lacune di un club che dà la sensazione di accontentarsi di una posizione mediocre al contrario della inflazionata parola ambizione. Rocco Commisso e i suoi manager dovranno riflettere in profondità su tutto questo e anche celermente. L’onda è partita ed è difficile fermarla. Si parla solo di stadio e di una concessione da ottenere quando non si vuole capire che le infrastrutture sono importantissime, per carità, ma il campo e il risultato sportivo lo sono di più. La crescita deve passare dal rettangolo di gioco.
Palladino in sala stampa ha risposto che lui vuole pensare solo alla gara di Udine e poi prenderà atto se non sarà accettato. Certo, che la situazione è complicata. Di fronte ad un malcontento diffuso Palladino deciderà di andare comunque avanti o farà un passo indietro? E il presidente e lo società affronteranno la questione?
Domande che dovranno incontrare presto risposte. Convincenti, speriamo. Firenze è stanca.







