Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / fiorentina / Copertina
Gli 80 giorni viola di Pioli. Ora due missioni: rilancio immediato e la voglia di non essere... minestra riscaldataTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca 2025
Oggi alle 00:00Copertina
di Lorenzo Marucci
per Firenzeviola.it

Gli 80 giorni viola di Pioli. Ora due missioni: rilancio immediato e la voglia di non essere... minestra riscaldata

Tocca a Stefano Pioli. Quante volte lo abbiamo sentito in questi giorni. Per non parlare di un altro ritornello: 'E' lui che deve trovare la soluzione'. Tutto vero, ora servono realmente l'esperienza, la competenza, la sagacia di Stefano Pioli unite però ad una voglia di grande riscatto da parte dei calciatori. Serve l'apporto di tutti. L'esempio è stato da Robin Gosens, che ha indicato la strada. "I fatti parlano chiaro, ora usciamone insieme". Del resto sono passati esattamente ottanta giorni da quando la Fiorentina ha iniziato a allenarsi con il tecnico parmigiano al viola Park e adesso occorre iniziare a vedere qualche frutto del lavoro. Era il 14 luglio quando la squadra si radunava nel proprio centro sportivo e il neo tecnico viola diceva: "Siamo molto motivati. L'emozione del ritorno c'è, è la cosa bella della nostra professione. Alleno per cercare di emozionare e per cercare di emozionarmi, so che alla Fiorentina posso farlo". Il momento, dopo due mesi e mezzo, è molto critico, mai - dopo la stagione 77-78 - la Fiorentina era partita senza ottenere una vittoria in campionato nelle prime cinque gare. E' l'ora probabilmente della praticità estrema, in attesa di poter trovare anche il gioco. Sono stati ottanta giorni di prove di vari moduli, ma ancora non è scoccata la scintilla e nessuno dei senatori è parso riuscire per adesso a ripetersi sui livelli dell'anno scorso.

No minestra riscaldata - C'è un altro dato che sicuramente Pioli vorrà allontanare e scacciare. Se ci si guarda indietro, restando agli ultimi quarant'anni, non sono stati così produttivi i ritorni sulla panchina della Fiorentina di quegli allenatori che in precedenza avevano ottenuto risultati molto soddisfacenti. Prendiamo Agroppi: nell'85-86 colse un ottimo quarto posto ma poi quando fu chiamato in sostituzione di Gigi Radice nel '93 non riuscì ad incidere, anzi la Fiorentina crollò pesantemente (in più le picconate alla Federazione da parte dello stesso Agroppi in tv, non aiutarono i viola a livello di decisioni arbitrali).

Non andò bene nemmeno a Radice che dopo il sesto posto del '73-74 ottenne una dodicesima posizione nel '91-92 dopo aver sostituto Lazaroni e fu poi esonerato da Cecchi Gori l'anno successivo quando la squadra si trovava nei quartieri molto alti della graduatoria. Si passa poi, facendo un bel salto, a Cesare Prandelli, capace di portare dal 2005 al 2010 la Fiorentina anche in Champions. Quando poi fu chiamato nel novembre 2020 al posto di Iachini, l'esperienza finì male. Prandelli fu costretto a dimettersi nel marzo 2021. Lo fece per il disagio, lo stress che aveva accumulato in un mondo in cui, come specificò in una lettera, non si riconosceva più. A proposito di Iachini anche lui fu richiamato da Commisso dopo la salvezza del '19-20 proprio al posto Prandelli (tredicesima posizione). Tra gli allenatori che sono tornati a Firenze c'è anche Vincenzo Montella protagonista di tre quarti posti consecutivi dal 2012 al 2015 ma poi, nel 2018-19, ingaggiato al posto di Pioli ottenne nelle 7 partite a disposizione solo due punti. Confermato da Commisso (dopo il passaggio di proprietà dai Della Valle) fu esonerato dopo 17 giornate.

E veniamo a Pioli: nella sua prima esperienza da allenatore viola ottenne l'ottava posizione, nella stagione funestata dalla morte di Davide Astori. Il tecnico viola ha avuto la grande capacità di tenere unito il gruppo, restando in corsa fino alla fine per un piazzamento europeo. Nella stagione successiva ecco le dimissioni dopo che, come spiegò apertamente, erano "state messe in discussione le mie capacità professionali e umane". Dunque, ora tocca a Pioli scacciare anche questo trend negativo legato agli allenatori che tornano alla Fiorentina. La missione insomma è doppia: personale sì, ma anche e soprattutto per la squadra.