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I predatori del Franchi perduto. Da fortino a terra di conquista
Oggi alle 00:00Copertina
di Lorenzo Marucci
per Firenzeviola.it

I predatori del Franchi perduto. Da fortino a terra di conquista

C'era una volta il Franchi fortino. Una definizione, questa, che appartiene a Cesare Prandelli. Nel suo primo ciclo da allenatore della Fiorentina lo disse subito: "Creiamo un blocco unico, facciamo diventare il nostro stadio un fortino". Il messaggio era chiaro: 'Da qui non si passa'. E così fu. Alla sua prima stagione, nel 2005-06, i viola furono capaci di conquistare sei vittorie consecutive (contro Samp, Udinese, Livorno, Parma, Cagliari e Milan, prima del ko con la Juve). Era una Fiorentina piena di giocatori di spessore, da Ujfalusi a Jorgensen a Toni ma che seppe subito 'sintonizzarsi' su questa necessità. A distanza di vent'anni, da questo punto di vista, è cambiato il mondo, anche perchè comunque - come vedremo - la Fiorentina pure nelle stagioni successive ha quasi sempre sempre saputo sfruttare il fattore Franchi.

Lo stadio dimezzato - Oggi la Fiorentina fa i conti con numeri impietosi e preoccupanti. Finora in campionato (tre gare interne) ha sempre perso. Nel giro di un attimo, il Franchi è diventato terra di conquista. Napoli, Como e Roma hanno preso l'intera posta in palio. Al di là della forza degli avversari e di una Fiorentina ancora alla ricerca di se stessa, non può non aver inciso anche un Franchi ancora con i cantieri in corso. La spinta del pubblico non manca mai, ma la forza e il calore dei trentamila sarebbero tutt'altra cosa. E anche gli avversari ne rimarrebbero in qualche modo condizionati. Certo, occorre anche sottolineare che con le stesse condizioni del Franchi, l'anno scorso la Fiorentina di Palladino, non certo molto dissimile da quella di oggi, è riuscita ad ottenere ben dodici vittorie in casa (più quattro pareggi e soli tre ko). Un dato che fa riflettere a cui va aggiunto quello legato alla capacità di battere in casa tutte le big (Napoli escluso).                                                                                       Nel periodo immediatamente successivo a Prandelli, con Mihajloivic e poi con Delio Rossi non ci sono stati risultati esaltanti, con Montella il Franchi è tornato ad essere un punto di forza assoluto: nella prima stagione sono state ottenute anche 4 vittorie interne consecutive e alla fine sono stati solo due i ko casalinghi, tra cui quello molto doloroso contro il Pescara.

Negli anni recenti - Anche nelle stagioni seguenti è stato mantenuto questo trend con 9 e 7 vittorie interne totali. Alla sua prima stagione a Firenze, Sousa ne colse addirittura undici mentre Pioli, al suo primo anno viola da tecnico (2017-18) ottenne otto vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte: non aveva a disposizione, va detto, una squadra di valore assoluto e fu l'annata caratterizzata dal dramma di Astori. Nell'era Commisso invece il miglior rendimento interno come numero di vittorie è quello del 2021-22, la prima stagione con Italiano in panchina. Quella squadra che per la prima parte dell'annata si caratterizzava anche per i gol di Vlahovic fu capace di vincere al Franchi ben tredici partite (con due pari e quattro sconfitte). Ad un rendimento del genere si è avvicinato solo Palladino l'anno scorso (appunto con dodici vittorie in casa). Il ventisei ottobre la Fiorentina torna a giocare davanti al proprio pubblico, contro il Bologna. Partita complicata, ma da vincere. Lo chiede la classifica, ma lo impone anche il Franchi. Che non può più essere terra di conquista.