Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / fiorentina / Primo Piano
Scudetto e coro, Pioli torna nello stadio in cui è stato Re. Ma la sua Fiorentina arrancaTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 09:44Primo Piano
di Redazione FV
per Firenzeviola.it

Scudetto e coro, Pioli torna nello stadio in cui è stato Re. Ma la sua Fiorentina arranca

Stefano Pioli, domenica sera, tornerà per la prima volta a San Siro da avversario del Milan con cui è entrato nella storia nel 2022, vincendo lo scudetto numero diciannove della storia rossonera. A concentrarsi sul tema il Corriere Fiorentino, scrivendo che il ritorno nello stadio dove è stato un re e dove la Curva Sud milanista urlava a squarciagola "Pioli is on fire", se lo aspettava diverso. Si immaginava un salto nel tempo tra vecchi e nuovi amici, con i ricordi e le ambizioni pronti a mischiarsi e confondersi dolcemente nel suo cuore in subbuglio. Invece, l’aria sarà inevitabilmente elettrica.

La sua Fiorentina arranca sul fondo della classifica, senza vittorie e senza certezze. Lunedì l'allenatore compie sessant’anni, quasi tutti dedicati al calcio e forse taglierà il traguardo ancora dentro lo stadio in cui ha raggiunto il picco della sua carriera. Al Milan, Pioli ha vinto il suo primo e unico scudetto, il diciannovesimo dei rossoneri e se lo è tatuato sul braccio, ricordo incancellabile. Così come sul braccio porta Davide Astori, il vecchio capitano che ha segnato la vita di molti, sicuramente quella dell’allenatore di Parma. Si può dire senza correre il rischio di scivolare nella retorica che Milan e Fiorentina sono le squadre a cui Pioli sia più legato. A San Siro ha scacciato i sospetti di chi lo riteneva preparato, moderno, ma non vincente. Alla Fiorentina c’è stato da giocatore e una prima volta da allenatore, è il suo posto nel mondo, se ne esiste uno, la città in cui la sua famiglia si trova a meraviglia. Da Firenze se n’era andato male, per via di una serie di malintesi e qualche polemica con i Della Valle e c’è tornato con la volontà di mettere radici e aprire un ciclo. Invece l’inizio è stato diverso. Tutto è andato storto. Un colpo basso, anche all’autostima. E la strada adesso è maledettamente in salita. La squadra ha stentato nel cambio tra il pragmatico Palladino, che non ha certo lasciato cuori infranti e il sognatore Pioli, che insegue la qualità del gioco. Ma proprio adesso, alla vigilia di una trasferta sulla carta impossibile, contro la squadra non solo prima ma più in forma del campionato, Pioli deve rifarsi alla sua esperienza passata, ricordare cosa ha superato. Per lui sarà una settimana strana tra ricordi dolcissimi e l’attualità stringente, tra la voglia di farsi coccolare e quella improrogabile di svoltare. La Partita a Firenze si è fatta durissima. Ma Pioli può ancora vincerla.