Ko tecnico al Mapei. La Fiorentina non esiste: tra chiacchiere e litigi, così salvarsi è utopia
La Fiorentina non esiste. In questo momento è una non squadra. Come una nave che va alla deriva dal destino scritto. Ieri pomeriggio quella del Mapei contro il Sassuolo doveva essere la gara della rinascita, della ritrovata compattezza, e invece le reti di Volpato, Muharemovic e Koné banchettano su una squadra che, sportivamente parlando, non da alcun segno di vita.
Vanoli, come un deja vu
Due pareggi consecutivi nelle prime due gare di campionato e poi due sconfitte. L’inizio di campionato alla guida dei viola di Paolo Vanoli sembra la fotocopia di quello di Stefano Pioli. Anzi, il tecnico piemontese fa pure peggio, visto che Pioli aveva vinto in Conference League. L’effetto del cambio allenatore visto a Genoa e le motivazioni intrinseche alla partita contro la Juventus avevano dato l’illusione che per la Fiorentina si iniziava a intravedere un bagliore in fondo al tunnel. Poi sono arrivati un montante con l’AEK Atene, un gancio con l’Atalanta e ieri un diretto in piena faccia dal Sassuolo: ko tecnico.
Uno spettacolo indecoroso
Dopo gli appelli di Dzeko, i tifosi viola avevano raccolto l'invito e ieri si sono presentati in circa 3.500 al Mapei Stadium, ma anziché davanti ad un colossal si sono ritrovati ad un film di bassa lega con attori presi dalla strada. Quel che ha mandato poi su tutte le furie i supporters viola sono stati alcuni siparietti che vanno profondamente in contrasto con il clima di unione e compattezza che la dirigenza viola va sbandierando da settimane: prima Kean litiga con Mandragora per battere il calcio di rigore. Poi Ranieri esce, non da la mano a Vanoli, e lascia andare un calcio alla panchina. Insomma il 'fate ridere' finale che la Curva riserva ai giocatori è la degna conclusione ad uno 'spettacolo' che tutto fa tranne che ridere.
Servono cambiamenti
Dopo la fiducia ribadita da Goretti in conferenza stampa (“Il Mister è confermato”) adesso servirà a lui provare ad aggiustare qualcosa. Il primo passo può essere quello di recuperare Gosens e piazzarsi a quattro dietro, provare a rifornire Kean di più e in modo migliore e non aver paura di fare qualche scelta forte e impopolare. Questa squadra sembra la copia di quella di Pioli, forse addirittura più brutta, sicuramente più impaurita, che evapora non appena va storto qualcosa sul piano gara. Adesso gli alibi sono finiti: il tecnico è stato cambiato, i tifosi hanno risposto presente. Ora sta ai calciatori, altrimenti sarà certamente Serie B.











