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Proprietà a un bivio: o conferma e rafforza Pradè e Pioli, o li esonera entrambiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:00Copertina
di Pietro Lazzerini
per Firenzeviola.it

Proprietà a un bivio: o conferma e rafforza Pradè e Pioli, o li esonera entrambi

Per la Fiorentina è arrivata l'ora delle decisioni. Il tempo ha già mostrato che ciò che, anche all'interno del club, era stato immaginato nel corso dell'estate, non è stato tradotto in fatti concreti. La squadra non gira, i 90 milioni spesi non hanno migliorato la rosa o quanto meno non hanno confermato il percorso che sembrava tracciato dalla squadra dello scorso anno. L'allenatore, messo in panchina per alzare il livello generale, da mesi non trova la quadra e i giocatori sembrano pulcini bagnati alle prese con una tempesta che non sembra destinata a terminare in breve tempo. E allora la proprietà, o chi ne fa le veci, deve decidere come muoversi, non si può più aspettare che le cose si sistemino da sole. 

In attesa di segnali da parte del club
Il direttore sportivo, che dalla tragica scomparsa di Joe Barone, ha preso in mano la quasi totalità delle scelte tecniche, ieri ha detto che dovrebbe essere cacciato, addirittura parlando per la prima volta apertamente anche di dimissioni. Che però non sono arrivate. Certo, ci si può appellare al "senso di responsabilità" ma nel calcio è sempre servito a poco. Il problema è che a questa Fiorentina servirebbe una figura che nell'immediato intervenisse su tutti i livelli, dallo spogliatoio alle scelte di mercato passando ovviamente per la panchina. L'ultimo posto impone decisioni immediate, forti e concrete. La società ha deciso che non si deve cambiare? Si palesi questa idea che deve andare oltre alle scelte del direttore sportivo. Se Pioli deve restare in panchina, ci resti perché è la proprietà a dargli fiducia, non solo il dirigente che lo ha scelto. Altrimenti deve cambiare tutto. 

Altri due esami da non fallire
La situazione è complessa e la soluzione non è a portata di mano, altrimenti la Fiorentina sarebbe già con la testa fuori dalle sabbie mobili e invece annaspa senza ossigeno. Però non si può restare a guardare, anche davanti alle dichiarazioni di paventati miglioramenti che puntualmente non vengono tradotti in punti dalla squadra che scende in campo. È chiaro a tutti che i responsabili principali di quanto sta accadendo sono coloro che hanno costruito la rosa e colui che la guida e che il futuro di entrambi sia legato l'uno a l'altro. Adesso la Fiorentina non può non vincere contro Rapid Vienna e Bologna e che se non dovessero arrivare questi risultati non sarebbe difficile anche pensare di aspettare la sosta per far saltare il banco. 

Vuoto di potere
Un altro problema è: una volta deciso l'esonero di entrambi, chi sceglierebbe i sostituti? Commisso pare alle prese con altre problematiche e Ferrari non ha ancora preso una decisione di questa portata senza l'aiuto degli altri dirigenti. Al di là di un'esperienza in determinate situazioni che ancora manca, lo stesso direttore generale pare al momento depotenziato, e comunque poco incline a intervenire verbalmente visto che, come detto, resta Pradè il dirigente con la faccia al vento (nonostante la contestazione nei suoi confronti prosegua). Servirebbe l'immediato inserimento di una figura di alto livello che rimetta in ordine almeno le poche idee che al momento paiono essere decisamente confuse. Che scelga eventualmente una nuova guida tecnica per non rischiare il collasso definitivo e mantenere in piedi la campagna europea. Non è più il tempo delle responsabilità condivise, è il tempo di prendere in mano il club e accendere una luce in fondo al tunnel.

Il tempo delle decisioni 
Anche al costo di ritornare sui propri passi e tornare da Palladino. Oppure rilanciare con con nuovi investimenti prendendo un grande dirigente che porti un altro grande allenatore. Sicuramente non si può più stare sul bordo del fiume a guardare l'acqua che passa. Servono coraggio, fermezza e decisioni chiare che arrivino dall'alto. O quello che adesso sembra solo un incubo, con una classifica horror e una squadra che non riesce a fare niente, potrebbe pericolosamente e tristemente trasformarsi in solide realtà.