Le parole di Pioli devono far riflettere gli arbitri, bisogna evitare una pericolosa deriva

C'è un passaggio dell'intervista rilasciata ieri sera da Stefano Pioli ai microfoni di DAZN che deve far riflettere l'Associazione Italiana Arbitri. Intervistato dopo Daniele Pradè, direttore sportivo che aveva già sottolineato come al massimo il penalty del 2-1 possa essere generosamente concesso solo in presa diretta ma mai per un intervento del VAR, l'allenatore della Fiorentina ha evidenziato anche un altro aspetto: "Facendo così invitiamo i giocatori a continuare a simulare. A buttarsi per terra, a stare per terra. A mettersi le mani in faccia, ma non solamente in area di rigore. In tutte le situazioni. Basta che adesso un giocatore al primo contatto si mette le mani in faccia e tutti fischiano. E stiamo per terra. Non credo sia giusto così". Pioli non poteva spiegare meglio un qualcosa che ormai è sotto gli occhi di tutti. Sempre più spesso si vedono infatti giocatori che accentuano colpi leggeri al volto tuffandosi a terra come tarantolati. Peggio ancora, lo simulano così da costringere il direttore di gara a fermare il gioco e chi è a Lissone a intervenire. Una sorta di VAR a chiamata ante litteram che non solo spezzetta ulteriormente il gioco in uno sport già sempre più frammentato di suo, ma che provoca non poco fastidio in chi osserva perché le immagini chiariscono subito che si tratta di accentuazione o simulazione. Sia chiaro: questo non vuol dire non punire chi è protagonista di un colpo al volto dell'avversario. Di non fermare il gioco quando ciò accade. Ma dato che la percentuale dei colpi reali si sta abbassando drasticamente, forse è il caso di reintrodurre in maniera decisa il cartellino giallo per simulazione. Oppure costringere il giocatore fintamente o lievemente colpito a restare fuori per un tot di tempo prima di tornare in campo. Scene come quella di ieri in cui Gimenez per esser stato leggermente toccato tarantola a terra per un paio di minuti e poi si rialza prontamente ottenuto ciò che voleva sono sempre più all'ordine del giorno.