Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / fiorentina / Copertina
Vanoli e il 7 novembre nel destino. Firenze torna ad avere un condottieroTUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:00Copertina
di Lorenzo Della Giovampaola
per Firenzeviola.it

Vanoli e il 7 novembre nel destino. Firenze torna ad avere un condottiero

Il 7 novembre è un giorno sicuramente simbolico all'interno della vita di Paolo Vanoli. Era infatti il 7 novembre 2022 il giorno in cui il tecnico lombardo prese il posto a stagione già iniziata di Andrea Soncin sulla panchina del Venezia, ed oggi, 7 novembre 2025, tre anni dopo, corrisponde alla data in cui inizia ufficialmente la sua avventura sulla panchina della Fiorentina, sempre a campionato già iniziato, e con una situazione di classifica non troppo diversa da quella che trovò quando prese in mano il club dei lagunari. Certo in quel caso si trattava della Serie B e non della Serie A, ma comunque quella squadra si trovava al penultimo posto dopo 12 partite con 9 punti in classifica. Lo stesso Vanoli in un'intervista a Cronache di Spogliatoio riguardo a quella situazione aveva detto: "Quando sono arrivato a Venezia la prima cosa che ho fatto è stata dare sicurezze visto che eravamo penultimi ed anzi, con la vittoria del Perugia prima del mio esordio siamo scesi momentaneamente all'ultimo posto. Allora ai ragazzi ho detto "peggio di così non si può fare, entrate e divertitevi, non abbiate nessun timore"".

L'esperienza a Venezia
Ecco mai parallelismo fù più azzeccato. Anzi, a dir la verità la situazione di questa Fiorentina sembra essere ancor più difficile e problematica, oltre che certamente sportivamente drammatica, di quella di quel Venezia. L'aspetto che contribuisce però ad alimentare la fiducia, al momento ai minimi storici tra i tifosi viola, è il fatto che in quell'esperienza Vanoli non solo riuscì nell'impresa di salvare il club dalle acque della zona retrocessione, ma addirittura portò la squadra a concludere il campionato all'ottavo posto, guadagnandosi l'accesso ad un playoff che poi non fu superato nella sfida contro il Cagliari (rimandando una promozione che sarebbe poi arrivata l'anno successivo nella finale playoff vinta contro la Cremonese).

Firenze ha il suo nuovo condottiero
Detto questo è bene precisare che non è mai facile paragonare due annate diverse e soprattutto due campionati diversi, con dinamiche societarie e di spogliatoio che quasi mai sono identiche tra di loro. Resta però il fatto che la Fiorentina torna ad avere in panchina un tecnico che per attitudine e percorso di carriera può essere considerato ed inserito nella categoria degli "allenatori condottieri", fermatasi a Firenze al profilo di Vincenzo Italiano, visto che sia Palladino che Pioli non annoveravano tra le loro qualità quella di essere "capi popolo". 

L'influenza di Conte e la medicina per i viola
"Conoscete tutti la mentalità che ha Conte, ed è contagiosa anche per lo staff, da lui apprendi cosa significa non mollare fino in fondo" ha dichiarato Paolo Vanoli sempre a Cronache di Spogliatoio, ripercorrendo i tempi di quando si trovava nello staff di Conte (con le esperienze ai tempi dell'Italia ma anche nei club con Chelsea e Inter), di cui l'ex Torino è in tutto e per tutto una sorta di discepolo, non solo negli aspetti tattici (il 3-5-2 lo ha consacrato in Serie B proprio con il Venezia e gli ha permesso di fare un buon avvio di stagione l'anno scorso in granata) ma soprattutto nel carattere, nello spirito e nella mentalità. Probabilmente Vanoli è l'uomo giusto al momento giusto per una Fiorentina che come dimostra anche la partita contro il Mainz in Conference League, è un paziente calcisticamente ancora molto malato, in preda ad una problematica psicologica collettiva che inibisce le qualità indubbie di una squadra che per valori non può e non deve ritrovarsi a lottare per la salvezza.