Il Franchi è un handicap per la Fiorentina: l'analisi del CorFio
Dicono che quando tira aria di tempesta giocare in trasferta sia meglio che giocare in casa. Qualcuno, per esempio, sostiene che il Milan di Pioli fu capace di svoltare dopo il lockdown imposto dal Covid proprio perché si giocava a porte chiuse e San Siro non fosse più fonte di pressione ma dolcissima (e silenziosissima) culla. Senza fischi, né brusii. Chissà. Inizia così il pezzo del Corriere Fiorentino sul 'problema Franchi', inteso come atmosfera e di conseguenza difficoltà che la Fiorentina ha nel far punti in casa. «Se giocare in uno stadio a metà ci può condizionare? Sicuramente sì — ha risposto — anche se non deve essere un alibi» ha detto Paolo Vanoli.
Anche col Franchi dimezzato, il rendimento dell'anno scorso era comunque diverso: con Palladino infatti i viola chiusero il campionato con 40 punti in 19 partite giocate in casa, sconfiggendo tutte le big tranne il Napoli e finendo alle spalle soltanto di Napoli, Inter e Roma in questa speciale classifica. Con un punto in cinque partite invece, frutto del pareggio col Bologna e delle sconfitte con Como, Napoli, Roma e Lecce, i viola oggi sono ultimi per rendimento interno. Non solo: anche la difesa, 10 reti incassate in 5 gare (2 di media) è la peggiore della serie A. Di sicuro, scrive il Corriere, un peso l’ha avuto il calendario visto che a Firenze sono già arrivate quattro delle prime sette della classifica mentre gli avversari affrontati fuori casa erano sicuramente più alla portata e non a caso (Milan a parte) stanno tutte nella parte destra.
Ora c'è la Juventus, la partita delle partite, eppure, a ieri, erano poco più di 5 mila i biglietti venduti per una presenza totale che unita agli abbonati (13.478) porta il dato a circa 18.500. Facile insomma prevedere che si sfondi quota 20 mila anche se l’annuncio di Dazn, che ha fatto sapere che trasmetterà in chiaro il match, potrebbe rappresentare un altro, piccolo, freno.








