L'analisi del ciclo Commisso: il grave errore è non averci provato
Nell'edizione odierna il Corriere dello Sport analizza quanto accaduto nei sei anni di proprietà Commisso. Dopo aver parlato dell'ormai strutturale crollo di affluenza al Franchi, il quotidiano mette in correlazione questo ai risultati sul campo. Può darsi che sia presto per confrontare i risultati di quest’ultima gestione con quelle precedenti, Commisso ha acquistato la Fiorentina sette anni fa, i Pontello sono rimasti per un decennio, i Cecchi Gori per dodici stagioni, i Della Valle per diciassette.
Storicamente, scrive il Corriere, la Fiorentina è una squadra da settimo/ottavo posto. Facendo una media dei piazzamenti di ogni proprietà, con i Pontello è arrivata al 6,8° (fra il sesto e il settimo posto, più vicino al settimo che al sesto), con Cecchi Gori al 9°, con Della Valle all’8,06°, con Commisso oggi è all’8,60°, a pochi passi dal nono posto. Questa è la storia dell’ultimo mezzo secolo di Fiorentina, queste sono le sue medie. Però in passato c’è sempre stata un’impennata, un momento più o meno lungo di calcio ad alto livello. E’ quello che è mancato in questi anni, non la certezza, ma anche la sensazione di non poterci arrivare. C’è poi un altro aspetto che accomuna le ultime quattro proprietà viola: nessuna si è salvata dalla contestazione dei tifosi. I fiorentini non si accontentano del vivacchiare. Quindi, o abbandonano o contestano.
E poi un paragone con le altre (il range è quello dei viola, escluse quindi le big): tranne il Torino di Cairo (con la bacheca vuota), le altre, vale a dire Napoli (ricordiamo dov’era quando l’acquistò De Laurentiis), Atalanta, Bologna, Lazio e Roma hanno fatto meglio, molto meglio dei viola. Partecipazioni alla Champions e/o all’Europa League per tutte, trofei conquistati dalla Roma, dal Napoli, dall’Atalanta, dal Bologna e dalla Lazio. La Fiorentina niente. Così le ambizioni restano lì, insoddisfatte. Come è insoddisfatta la gente.








