Il perché del giorno libero: ieri il confronto, domani Vanoli si aspetta musica nuova nello spogliatoio
Il giorno libero concesso da Paolo Vanoli alla squadra ha fatto storcere la bocca a più di un tifoso e addetto ai lavori, sia per la sconfitta con il Sassuolo che dovrebbe dare la spinta a lavorare di più, sia per la Conference di giovedì. Tralasciando quest'ultima che al momento è più un impiccio per il campionato che altro, viste le due sconfitte che hanno compromesso la qualificazione (e ci si dovrebbe chiedere se vale la pena puntarci), la motivazione del giorno libero dipende da più fattori. Innanzi tutto per staccare la spina dopo una sconfitta che lascia tanti strascichi negativi e compromette ancora di più il cammino in campionato, proprio quando doveva esserci la svolta. Scorie negative che appesantiscono la testa più che mai, un colpo duro preso da tutti, giocatori compresi.
Il confronto
Ma Paolo Vanoli ha voluto lasciare un giorno libero anche e soprattutto dopo il lungo e "interessante" confronto tra lui e la squadra, come è stato definito. Un'ultima prova di fiducia verso il gruppo dopo appunto il confronto chiaro con la richiesta però che da domani la musica nello spogliatoio cambi, con il gruppo che deve ritrovarsi più forte, libero di testa e da cose reciproche non dette. Vanoli sta provando a portare tutti i giocatori a livello fisico e mentale ma dall'altra parte deve esserci la volontà di essere squadra in cui tutti sono connessi tra loro.
Basta capricci e alibi
Basta dunque egoismi, è il momento di metterli da parte. Chi esce, pur arrabbiato, deve saper accettare il cambio e rispettare il tecnico e il compagno che entra. Basta teatrini sul dischetto anche se chi è nel calcio sa che sono cose che capitano (Kean ad esempio ha agito da attaccante in crisi che vuole sbloccarsi per dare un segnale a sé stesso oltre che alla squadra, Vanoli sabato ha voluto sistemare le cose pur peggiorandole con Gudmundsson). E, a proposito dell'islandese, basta sfoghi sui social, anche se ormai la comunicazione va in quella direzione anche per i giocatori che pagano profumatamente uffici stampa personali, come Gudmundsson stesso. Basta insomma capricci, basta 'piagnisdei' e alibi perché l'asilo è finito da un pezzo e perché la dirigenza, quel poco che è rimasta, è sempre venuta incontro alle esigenze dei giocatori, economicamente e concedendo permessi quando ne hanno avuto bisogno (Kean ad esempio ha avuto il martedì libero dopo il premio al Gran Galà). Ma anche basta sprecare energie in cose e discussioni che non c'entrano con quello che va fatto in campo.
Gruppo maturo o scelte appunto drastiche
Vanoli da domani vuole un gruppo più unito, che remi nella stessa direzione, che si dimostri fatto di "uomini" e non bambini. Un allenatore d'altronde non può avere compiti da "maestro dell'asilo" appunto ma deve pensare a preparare le partite, alla tattica migliore e a rimetterli presto a livello fisico e mentale, come detto. Poi in campo vanno i giocatori e sta a loro aiutarsi e lottare per il compagno, anche se poi non andranno a cena insieme., ed è quello che vuole vedere Vanoli, un gruppo compatto e maturo. Altrimenti starà a lui fare delle scelte anche controcorrente con chi non ha recepito il messaggio. O dentro o fuori, uniti per la Fiorentina, perché non c'è più tempo.






