Intanto al Viola Park si rivede Christensen: nelle prossime settimane si decide il suo futuro
All'improvviso, al cancello del Viola Park, ecco Oliver Christensen. Fresco di un semestre scarso in Austria - in cui ha fatto comunque in tempo a racimolare più del doppio delle presenze messe a referto in un anno e mezzo in viola - il portiere danese è rientrato alla casa base. Il classe '99 ha appena lasciato lo Sturm Graz - il campionato da quelle parti è in pausa per un mese - e ne ha approfittato subito per tornare a Firenze. Nelle scorse ore il ritorno al Viola Park, dove ha incrociato il nuovo tecnico Paolo Vanoli e la dirigenza, senza discutere del suo futuro. Saranno soprattutto loro - allenatore e dirigenti - ad avere l'ultima parola sul danese, che dal canto suo ha un unico obiettivo. Giocare tanto, da qui a giugno, per farsi trovare pronto per il Mondiale oltre Oceano con la sua Danimarca: questo obiettivo orienterà una scelta (che, come detto, verrà poi avallatà da società e staff tecnico) da prendere prima del nuovo anno.
Christensen ha lasciato un grande ricordo a Graz, dove è stato salutato come un beniamino dai tifosi nonostante la breve permanenza: con i bianconeri ha disputato 23 partite, con 7 clean sheet e una serie di prestazioni convincenti, con solo un grosso passaggio a vuoto in Europa League, nella trasferta 'a casa sua' in Danimarca col Midtiylland. Al momento sembra impossibile un suo ritorno allo Sturm Graz, che sia in prestito o a titolo definitivo. Il numero cinquantatré arriva galvanizzato dall'esperienza in prestito (la seconda dopo quella a inizio 2025 nella Salernitana) tanto che potrebbe addirittura risultare utile in questi mesi, visto il momento no di De Gea. Ipotesi ancora premature: Christensen parlerà con Vanoli, Goretti e Ferrari, esporrà la sua priorità (giocare, giocare, giocare) e solo se questo coinciderà anche col volere della Fiorentina potrà rimanere.






