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Lutto nel giornalismo: è morto Alessio Facchini storico direttore di CalciopiùTUTTO mercato WEB
Alessio Facchini
mercoledì 18 settembre 2024, 07:23Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Campionando.it

Lutto nel giornalismo: è morto Alessio Facchini storico direttore di Calciopiù

Nato a Calenzano avrebbe compiuto 67 anni tra pochi mesi. Giornalista, fondatore del settimanale, Facchini era un punto di riferimento del settore anche e soprattutto per gli aspiranti giornalisti sportivi
Giornalismo Toscano in lutto per la morte di Alessio Facchini direttore storico di Calciopiù.
Nato a Calenzano avrebbe compiuto 67 anni tra pochi mesi, da tempo era affetto da malattia.
Giornalista e direttore da oltre 30 anni del settimanale “Calciopiù”, Facchini era un punto di riferimento del settore anche e soprattutto per gli aspiranti giornalisti sportivi. In molti infatti si sono approcciati al mestiere scrivendo i primi articoli per questa testata di settore fondata dallo stesso Facchini.

Il comunicato di CALCIO PIU'
Una notizia che non avremmo mai voluto ricevere e raccontare. Oggi è un giorno tristissimo per Calciopiù e per tutto il calcio dilettantistico toscano: se n'è andato Alessio Facchini, storico direttore del nostro settimanale. La proprietà e tutta la redazione di Calciopiù e Campionando si stringono a tutti gli amici in questo momento di dolore.
Ciao Alessio, riposa in pace e continua a seguirci da lassù. Da qua tutti noi, i tuoi ragazzi, continueremo a dare sempre il massimo per portare avanti il tuo giornale.

Chiunque volesse rivolgere un ultimo saluto al direttore, all'amico Alessio Facchini, le esequie si svolgeranno giovedì 19 settembre alle ore 9.30 presso la Chiesa di Santa Maria delle Grazie in via di Capalle 46 a Calenzano. Non è prevista l'esposizione.


Il Cordoglio del giornalista Stefano Prizio:
Leggo con dispiacere della morte di Alessio Facchini, direttore e fondatore di Calciopiù, prima palestra giornalistica di moltissimi di noi giornalisti sportivi di Firenze. Non ero neppure sposato, ero ancora signorino ed iniziai a misurarmi coi primi articoli per il settimanale di calcio giovanile. Seguivo soprattutto la società Sporting Arno e talvolta mi portavo dietro la mia allora fidanzata che non amava e mai amò il calcio, anche quando è diventata la mia professione, credo che a tuttora non abbia mai assistito ad una partita allo stadio, solo qualche gara nei campetti di periferia. Gli articoli scritti per Calciopiù, i cui compensi erano simbolici, non più di poche migliaia di lire a pezzo, mi aiutarono a prendere nel 2003 il tesserino di pubblicista, anche se a quel tempo ero ormai a fiorentina.it. Mi spiace per Facchini e porgo alla famiglia ed alla redazione le mie condoglianze.

Il ricordo della giornalista di Rai Sport Sara Meini:
Hai avviato generazioni di giornalisti, trasmettendo tutto il tuo entusiasmo per il nostro lavoro, il più bello del mondo, dove nessuno ti regala nulla, ma dove tutti sentono il bisogno di dire la loro.
Caro Alessio non finirò mai di dirti GRAZIE, come facevo ogni volta che ti incontravo.
Avevo 16 anni quando, grazie soprattutto a Laura, ho avuto la fortuna di incontrarti sulla mia strada. Mi hai permesso di affacciarmi nella tua redazione, facendomi capire cosa volesse dire lavorare in un giornale, dandomi consigli, fiducia, stima e anche la libertà di muovermi in un mondo - dicono maschilista - che mi ha accolto fin da subito...
Mi hai insegnato il significato di gavetta, il sacrificio della vita personale, dove il lavoro passa avanti a tutti (fine settimana o meno). Lavorare non certo per soldi, ma per la soddisfazione e la gloria, riconoscendomi quella passione che ancora non mi è passata.
Alessio ti ringrazio, per me e per tanti miei colleghi. Ti riconosco dei meriti così grandi, da non dimenticarti mai.
Evviva il tuo calciopiù.
Evviva il calcio dilettantistico.
Evviva Alessio Facchini.
Ci mancherai.
Grazie Direttore.
Che la terra ti sia lieve

Matteo Dovellini (La Repubblica) lo ricorda cosi':
La scomparsa di Alessio Facchini, storico direttore di Calciopiù, mi tocca nel profondo. Se ho potuto dare forma al sogno di diventare giornalista, lo devo molto a lui e al suo settimanale. Ero un ragazzino quando iniziai a scrivere i primi articoli, seguendo le partite ogni fine settimana sui campi di Firenze e provincia. Per me una grande e insostituibile palestra di scrittura e di vita. Ricordo il primo colloquio, di corsa col motorino verso la redazione. Avevo 16 anni. Ero in ritardo, accelerai troppo e presi un dosso volando sull’asfalto. Freno spezzato, fanale rotto, graffi ovunque. Non avevo tempo per chiamare un’ambulanza e mi presentai tutto bendato con fazzoletti e scotch mentre il mio polso era andato e il gomito tutto aperto. Arrivai in queste condizioni in via Caselli, storica sede del settimanale. Ricordo che mi guardò, sorrise, e aggiunse: “Ok, mi basta questo. Benvenuto a bordo”. Grazie di tutto, direttore. Un grosso abbraccio alla famiglia, ai colleghi, agli amici più cari. Fai buon viaggio