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Arriva il momento di fermarsi, per un attimo, e riflettere sul valore della vita. È morto un ragazzo di 28 anni: il calcio e tutto il resto non possono che restare in secondo piano
Una tragedia. Inutile girarci intorno con altre parole. Il mondo, non solo quello del calcio, piange per la morte di un ragazzo di 28 anni, insieme a suo fratello, ancora più piccolo. E allora ecco che arriva il momento di fermarsi, per un attimo, e riflettere sul valore della vita, a prescindere dai mestieri, dagli stipendi, dai riflettori puntati addosso. Diogo Jota era un calciatore, che vestiva la maglia di uno dei club più importanti del mondo, e se n'è andato dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale. Ma oltre alla cronaca c'è altro, molto di più.
Il mondo del calcio lo piange, senza dubbio, ma è riduttivo accostare una morte allo sport. Perché il portoghese si era sposato lo scorso 22 giugno, aveva tutta la vita davanti, e lascia sua moglie e soprattutto i suoi tre figli piccoli. Chiaro che, senza entrare troppo nella retorica, quando un personaggio famoso lascia questo mondo la cassa di risonanza mediatica è diversa, ma di fronte a questo tipo di tragedia non è mai il caso di fare figli e figliastri. La vita è un viaggio fantastico, nel quale molto spesso tendiamo, quasi tutti, a perdere troppo tempo nelle cose poco importanti. I momenti di riflessione dovrebbero essere all'ordine del giorno ma è inutile nascondersi: quando accadono tragedie come questa fermarsi risulta più "semplice".
Lo ripetiamo, non vogliamo cadere nella retorica, ma è importante capire che non sono i soldi a fare la differenza nella vita di tutti noi, non sono i contratti multimilionari, non sono i gol o gli assist, non sono lusso e sfarzo. Diogo Jota era un ragazzo, di soli 28 anni, suo fratello André ne aveva soltanto 26, e questo fa capire che in un mondo dove negli ultimi mesi stiamo assistendo a guerre e sofferenze sarebbe il caso di riflettere ancora di più su quello che può succedere da un momento all'altro, dando ancora più importanza a ogni singolo momento. Quello del portoghese è soltanto l'ultimo incidente stradale nel quale un calciatore perde la vita: da Scirea a Reyes, passando per Mayele, Niccolò Galli, Vittorio Mero e tanti altri ancora. Il valore della vita è troppo spesso sottovalutato, per colpa nostra, per la frenesia che avvolge le giornate di tutti noi. E allora fermiamoci tutti un attimo, cercando di ricordarci il valore della vita, di quanto sia bella, ma anche imprevedibile.
Il mondo del calcio lo piange, senza dubbio, ma è riduttivo accostare una morte allo sport. Perché il portoghese si era sposato lo scorso 22 giugno, aveva tutta la vita davanti, e lascia sua moglie e soprattutto i suoi tre figli piccoli. Chiaro che, senza entrare troppo nella retorica, quando un personaggio famoso lascia questo mondo la cassa di risonanza mediatica è diversa, ma di fronte a questo tipo di tragedia non è mai il caso di fare figli e figliastri. La vita è un viaggio fantastico, nel quale molto spesso tendiamo, quasi tutti, a perdere troppo tempo nelle cose poco importanti. I momenti di riflessione dovrebbero essere all'ordine del giorno ma è inutile nascondersi: quando accadono tragedie come questa fermarsi risulta più "semplice".
Lo ripetiamo, non vogliamo cadere nella retorica, ma è importante capire che non sono i soldi a fare la differenza nella vita di tutti noi, non sono i contratti multimilionari, non sono i gol o gli assist, non sono lusso e sfarzo. Diogo Jota era un ragazzo, di soli 28 anni, suo fratello André ne aveva soltanto 26, e questo fa capire che in un mondo dove negli ultimi mesi stiamo assistendo a guerre e sofferenze sarebbe il caso di riflettere ancora di più su quello che può succedere da un momento all'altro, dando ancora più importanza a ogni singolo momento. Quello del portoghese è soltanto l'ultimo incidente stradale nel quale un calciatore perde la vita: da Scirea a Reyes, passando per Mayele, Niccolò Galli, Vittorio Mero e tanti altri ancora. Il valore della vita è troppo spesso sottovalutato, per colpa nostra, per la frenesia che avvolge le giornate di tutti noi. E allora fermiamoci tutti un attimo, cercando di ricordarci il valore della vita, di quanto sia bella, ma anche imprevedibile.
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