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Il secondo finale burrascoso tra la Fiorentina e Pioli. Stavolta senza dimissioni
Si avvia verso i titoli di coda la seconda esperienza da allenatore della Fiorentina di Stefano Pioli. E come per la sua prima avventura, la conclusione non sarà da ricordare in positivo. Per quanto si tratti di due storie ben diverse tra loro, in entrambe le circostanze si è assistito a un finale burrascoso.
Tornando indietro alla primavera del 2019, dopo il ko per 0-1 della sua Fiorentina al Franchi con il Frosinone (per proporzione del risultato e caratura dell'avversaria uno scenario paragonabile a quello odierno successivo alla battuta d'arresto di ieri col Lecce) la Fiorentina aveva emesso un duro comunicato, nel quale tra le righe veniva messa in dubbio persino la professionalità della guida tecnica. Con il contratto in scadenza da lì a pochi mesi, Pioli ha deciso per la via dei saluti anticipati tramite dimissioni. Motivando subito dopo la sua scelta: "Sono stato costretto a lasciare, hanno messo in dubbio le mie capacità professionali e, soprattutto, umane".
Questa volta non saranno dimissioni, ma la direzione è ugualmente quella verso un addio tra Pioli e la Fiorentina. A mettere in dubbio le sue capacità, stavolta, più che una dirigenza che lo ha difeso di fatto fino all'ultimo (e che oggi non conta su Pradè, l'uomo che l'ha scelto e che si è dimesso il giorno prima del Lecce) è la piazza. La dirigenza adesso lavora per raggiungere un accordo economico sulla risoluzione dell'attuale contratto di Pioli.
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