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Come giocherà l'Atalanta di Palladino? Due moduli e una certezza anti-integralista
Raffaele Palladino è il nuovo allenatore dell'Atalanta e adesso la notizia è già ufficiale. Dopo sei mesi circa di riposo a seguito delle sue dimissioni da tecnico della Fiorentina, il mister di Mugnano è pronto a sedersi di nuovo sulla panchina di una squadra di Serie A. Avrà il compito di superare le difficoltà generatesi con Juric in una Dea che ancora non è riuscita ad andare oltre al Gasperinismo.
Come potrebbe giocare l'Atalanta di Palladino? Osservando il suo lavoro da allenatore in Serie A, sono due i moduli più papabili per mettere in campo la sua Dea. Possibile che riparta dallo stesso 3-4-2-1 sul quale stava costruendo il proprio percorso anche Juric, ma con delle varianti a livello tattico non di poco conto. E non va affatto esclusa a priori l'idea che possa giocare a quattro dietro, magari con il 4-2-3-1 che ha utilizzato sia al Monza che per un certo tempo pure alla Fiorentina, anche se l'assenza di un buon numero di esterni d'attacco veri e propri nella rosa nerazzurra, potrebbe spingerlo più verso la prima opzione.
A differire in maniera evidente, saranno però i principi di gioco. Perché anche dovesse riproporre l'Atalanta con un 3-4-2-1 di base, tra cosa chiedono alle loro squadre Palladino e Juric ci passa un mondo di mezzo. Se il croato vuole infatti un calcio rock'n'roll in costante riaggressione alta e sfoghi più che altro verso le fasce, il Palladino visto soprattutto a Firenze appare invece più pragmatico e abituato ad adattare gioco e squadra all'avversario. Palladino è come se fosse alla costante ricerca del polimorfismo tattico. Una sorta di contro-rivoluzione: della serie, allievo di Gasperini sì, ma fino a un certo punto.
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