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Bologna "occhio alla Penna": il Var perde la testa, i rossoblù la pazienza
Il calcio è semplice: segni tre gol, giochi meglio, comandi la partita e vinci. O almeno così dovrebbe essere. Poi però arriva la realtà, quella del Var che ferma tutto, traccia linee e vanifica tutto con un check. Fiorentina-Bologna finisce 2-2, ma il campo racconta un’altra storia: quella di una squadra, quella rossoblù, a cui è stato tolto molto più di un gol.
Sul 2-0, Dallinga piazza il colpo del possibile 0-3 e la sensazione è che la serata sia chiusa. Invece, no: il Var pesca un fuorigioco millimetrico, anzi quantico, e La Penna annulla. Ma dal frame ufficiale fornito da Dazn non si vede il momento esatto in cui il pallone parte dai piedi di Miranda, ma solo qualche frazione di secondo dopo.
Ma non finisce qui. Che la serata fosse da "occhio alla penna" lo si era capito già dal principio. Sullo 0-0 c’è un mani evidente di Dodò in area viola: La Penna non vede e da Lissone c'è silenzio totale. Poi quando si è già sullo 0-2 arriva il paradosso: Kean ammortizza la sfera con un braccio in area rossoblù, l’azione prosegue, Ferguson tocca (lui sì) con il braccio e da lì nasce il rigore del 1-2 trasformato da Gudmundsson. Un'unica azione, due tocchi di mano, due giudizi opposti.
Il capolavoro, però, arriva sul rigore negato a Bernardeschi: Sabiri gli pesta chiaramente il piede, episodio da manuale (step on foot). L’arbitro lascia correre, il Var non interviene, e pochi secondi dopo Holm – già ammonito – viene espulso per una trattenuta ai danni di Fortini. Da potenziale 1-3 e partita chiusa, a 10 contro 11 e gara riaperta. È l’istante in cui la notte cambia direzione.
Nel finale, con la Fiorentina che spinge e il Bologna ormai in apnea, arriva il rigore per fallo di mano di Bernardeschi (stavolta ineccepibile). Kean segna il 2-2 e salva i viola. Ma la sensazione resta: non di rimonta, bensì di rimedio arbitrale.
Non stupisce che nel post gara, nel fare eco alle parole di disappunto dell'amministratore delegato Claudio Fenucci, persino due ex arbitri come Gianpaolo Calvarese e Luca Marelli abbiano parlato di gestione “sbagliata” e “mancanza di equilibrio”.
E su questo va dato atto all'onesta intellettuale di Stefano Pioli, che in conferenza stampa si è lasciato andare ad un "Stiamo vivendo un momento confuso: si fa fatica a capire chi prende le decisioni arbitrali". Il problema è che qui non si tratta più di interpretazioni, bensì di mancanza di uniformità di giudizio.
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