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Il caso Jovic è l'ennesima dimostrazione del perché non si dovrebbe arrivare all'ultimo giorno di mercato a fare trattative. Però forse c'è Camarda... Le big sempre in rosso economico, eppure tutti parlano di sostenibilitàTUTTO mercato WEB
© foto di Lorenzo Di Benedetto
sabato 25 novembre 2023, 16:05Editoriale
di Andrea Losapio

Il caso Jovic è l'ennesima dimostrazione del perché non si dovrebbe arrivare all'ultimo giorno di mercato a fare trattative. Però forse c'è Camarda... Le big sempre in rosso economico, eppure tutti parlano di sostenibilità

L'ultimo giorno di mercato è andata in scena la solita scena madre dell'improvvisazione. Cambiano i club, le dirigenze, ma non la scelta di arrivare al gong per cercare un profilo che da mesi è stato individuato. Non nel giocatore, ma nel ruolo. Il Milan di Giorgio Furlani era alla ricerca di un vice Giroud dall'inizio della sessione trasferimenti. Ha preso Okafor, che come caratteristiche però è differente: dà la possibilità di giocare a due davanti, può svariare lungo il fronte d'attacco, è meno fisico e più seconda punta. Può giocare da centravanti, anche discretamente a dire il vero, ma non è nelle sue corde. C'era Origi, che però prendeva davvero troppi soldi per essere relegato a fare la terza punta. In più i problemi fisici lo hanno costretto più in infermeria che in campo. Quando c'è stata l'opportunità di cederlo al Nottingham Forest, nessuno ci ha pensato due volte.

Così nell'ultima settimana si sono sprecati i nomi trattati. In primis Mehdi Taremi, del Porto. Quando si è capito che ci fossero problemi - fra gli agenti, sì, ma anche i due club non trovavano un accordo perché domanda e offerta erano troppo distanti - è partita la mitragliata di nomi. En Nesyri, Rafa Mir, Pavlidis, William José, Broja e Daka. Alla fine è arrivato l'unico che poteva essere a Milano senza grossi viaggi, a zero perché la Fiorentina lo lasciava libero pur di risparmiare sull'ingaggio monstre che aveva in viola. Luka Jovic ha solamente 25 anni - ne compirà 26 fra pochissimo - ma è uno di quei calciatori che sembra ne abbiano molti di più. Ha già avuto una vita calcistica lunghissima, tra Eintracht Francoforte andata e ritorno, in mezzo un contratto ricchissimo al Real Madrid, poi appunto la viola, dove ha firmato un biennale ma c'è stato solamente un anno.

Jovic non è un vice Giroud e non lo sarà mai. Ma è stata la soluzione last minute a un problema che il Milan già aveva e per cui era già stato messo un certo tesoretto a bilancio. Certo, con 15-20 milioni è difficile andare a prendere un centravanti forte fisicamente, Marcus Thuram sarebbe stato il giocatore perfetto a zero ma anche lui non è esattamente Giroud. Ora le fiches sono su Guirassy e Jonathan David, con il primo che assomiglia molto di più al francese, ma sarebbe stato bello capire perché non puntare su Lorenzo Colombo che sta facendo bene al Monza e per essere il "terzo" non avrebbe intaccato il patrimonio dei rossoneri. Perché è vero, tutti quanti si riempiono la bocca di puntare sui giovani, come Bartesaghi, poi però andranno a prendere un altro (Juan Miranda) per fargli il vice Theo, sconfessando subito quanto avevano in mente. L'Italia è troppo schiava del risultato e non ha il coraggio di mandare in campo i giovani: Roma a parte, con Mourinho, e Juventus, visto che ora c'è l'Under23 e gli sviluppi si vedono (ma Yildiz segna prima in Nazionale turca che con la Juve).


Questa sera Jovic sarà probabilmente titolare contro il Milan, con il quindicenne Francesco Camarda come unica alternativa. Contro la sua ex squadra, dal primo minuto, le motivazioni saranno al top, quindi non è escluso che il serbo non possa fare benissimo, ritornare per una sera quello che alla Commerzbank Arena di Francoforte era praticamente osannato. Poi però c'è il lungo periodo e Jovic non è stata una scelta corretta, soprattutto per caratteristiche tecniche, al netto di come farà da qui a fine campionato. Forse però non tutti i mali vengono per nuocere perché Camarda potrebbe anche esordire: l'idea era quello di non mettere pressione su un classe 2008, ma tanto è l'unico modo per vederlo rapidamente in prima squadra, sfruttare gli infortuni altrui.

Intanto Inter e Juventus hanno entrambe pubblicato il bilancio. I nerazzurri qualche settimana fa, l'altro ieri i bianconeri. -85 milioni per i milanesi - che però sono arrivati in finale di Champions - mentre la perdita dei piemontesi è di 123,3 milioni. Non ci sarebbe niente da festeggiare in un'azienda normale, mentre i comunicati invece raccontano di come i club siano riusciti ad aumentare i ricavi (e lasciamo perdere se da una parte c'è il risultato sportivo, dall'altra non ci sarà la Champions l'anno prossimo) con toni quasi incoraggianti. Fa niente se poi le spese aumentano. Tutti parlano di sostenibilità ma solo il Milan, dopo un percorso, è riuscito a esserlo. Chi invece lo è più meno sempre stato sono Atalanta, Napoli e Lazio. Poi la Fiorentina con Commisso, grazie alle plusvalenze di Chiesa e Vlahovic più che per altri motivi strutturali. La realtà è che Exor mette il capitale per coprire le perdite, Zhang rifinanzia bond con percentuali assurde, i Friedkin mettono i loro soldi. La sostenibilità nel calcio italiano è una chimera. Però in pochi tagliano i costi, perché non è male vivere al di sopra delle proprie possibilità, se poi paga Pantalone.