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La mossa del drago di Zhang: cosa c'è dietro le ultime decisioni? Cosa deve aspettarsi l'InterTUTTO mercato WEB
lunedì 17 maggio 2021, 08:03Editoriale
di Tancredi Palmeri
per Linterista.it

La mossa del drago di Zhang: cosa c'è dietro le ultime decisioni? Cosa deve aspettarsi l'Inter

Gli interisti negli ultimi giorni stanno imparando a discernere tra allarmismi e analisi di una situazione delicata. Ciò non toglie che il bivio di fronte a cui l'Inter stia arrivando sia in realtà molto semplice in sé. Oltre al fatto che tutto il progetto sia legato alla capacità di Zhang di riuscire a convincere Antonio Conte a rimanere, in quanto il mister è il vero collante che tiene assieme a tutto. Riuscirà a convincerlo? Deve, perché non riuscirci vuol dire automaticamente rendere vacillanti le posizioni Lukaku, Lautaro, Hakimi e Bastoni in ordine di mercato.

Allo stesso tempo Andonio non può andare oltre il possibile: e dunque fa bene a essere fermo per ottenere tutto quanto è possibile, ma sapendo che non può chiedere quello che eventualmente sia impossibile.

Sarà impossibile pensare a un'Inter che possa rinforzarsi per dare l'assalto all'Europa, ma deve essere possibile che almeno la squadra non si indebolisca e possa quantomeno competere per la seconda stella: questo è quanto chiede Conte, questo è quanto Zhang deve essere in grado di garantirgli, perché altrimenti avrebbe avuto più senso accettare a marzo l'offerta da 800 milioni dei fondi, anziché aspettare che ne arrivasse una da 1 miliardo.

Ma se questo è appunto il bivio piuttosto semplice da identificare, poi arriva l'oltre.

E l'oltre è: quale è davvero la strategia di Zhang, ammesso che ne abbia una?

Perché interrogarsi non è solo lecito ma obbligatorio, tanto più che il prestito necessario che arriverà entro fine mese richiama immediati scenari.

Stiamo parlando infatti di 275 milioni al 12% di interessi, condizioni francamente da usura.

E che come tali sono semplicemente impossibili da rispettare in un lasso di tempo breve – dove per breve si intende un anno. L'unica maniera sarebbe l'impensabile eventualità che l'Inter vinca la Champions e incassi un abbondante centinaio di milioni da girare immediatamente come saldo, ma il che non cambierebbe di un'oncia lo scenario visto che un minuto dopo si sarebbe punto da capo.

E allora a che pro?

Perché ricorda tanto le condizioni a cui Yonghong Li ottenne il prestito per rilevare il Milan, e che erano talmente impossibili da onorare che il fondo Elliot riscosse quanto dovuto semplicemente prendendosi automaticamente i rossoneri.

E' quello che bisogna aspettarsi?

Forse. Ma è bene sottolineare delle differenze sostanziali.

1. Non è vero che il gruppo Suning sia in crisi di liquidità, sia instabile, o quant'altro: è forse la proprietà più solida in tutta la Serie A, e non avrebbe problemi a onorare quel prestito.

Il problema non è strutturale, ma politico: i gruppi cinesi non possono più investire nel calcio e tantomeno in quello estero, come diktat politico del governo centrale, e dunque i soldi ci sono ma non possono uscire dalla Cina. Per ora.

2. Il 'per ora' è proprio il punto più interessante. Perché la situazione è un poco diversa rispetto allo scorso marzo per il gruppo Suning e per l'Inter, o almeno così appare, perché la Cina non è mai vicina e come diceva Churchill dell'Unione Sovietica: “Si tratta di un indovinello, avvolto in un mistero all'interno di un enigma”.
In inverno, Zhang doveva vendere sì o sì l'Inter, non aveva altra alternativa, e le offerte dei fondi dovevano essere discusse entro il 31 marzo. Una situazione d'urgenza e emergenza che non era legata ai conti dell'Inter (per quelli, come sappiamo, c'è tempo fino al 31 maggio) ma alle esigenze politiche interne cinesi. E' dello stesso periodo la dismissione del Jiangsu Suning, la squadra campione di Cina che costava ben di meno dell'Inter, e che sicuramente non comportava la difficoltà di uscire dai confini.
Col passare del tempo però, la situazione si è diluita. Il diktat si è ammorbidito, e non c'è solo l'orgoglio del diventare la prima proprietà straniera a vincere in Italia, o semplicemente il calcolo di non vendere proprio ora che le cose vanno bene.
La Cina ha modi totalmente differenti e tempi assolutamente più sfumati rispetto al normale mondo capitalista, e dunque l'esigenza di marzo potrebbe essersi tramutata solo in una contingenza in estate. Insomma, cosa potrebbe voler dire?

Che Zhang, più che di soldi, forse potrebbe aver bisogno di tempo – o aver avuto bisogno, nel caso la strategia stia arrivando a compimento.
Tempo per far distrarre il governo centrale e fargli considerare altro come esigenza primaria, tempo per far apprezzare come di successo l'investimento, tempo per far assorbire la crisi economica e poter tornare a spendere senza troppi lacciuoli.

Una mossa del drago, acquattato, per poi sputare fuoco.

Perché una cosa è certa: i tempi della Cina non sono i tempi del resto del mondo.

E certo, va assolutamente detto, che a volte la richiesta di tempo è solo un tentativo di bluff.

In quel caso, ci sono due date per scoprirlo: il 31 maggio, del 2021 o del 2022...