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Chiffi e VAR, non c'è limite al peggio. Ora la rivoluzione diventa la soluzione preferibileTUTTO mercato WEB
mercoledì 22 marzo 2023, 20:43Editoriale
di Filippo Tramontana
per Linterista.it

Chiffi e VAR, non c'è limite al peggio. Ora la rivoluzione diventa la soluzione preferibile

Siamo reduci da due giorni di fuoco. Quando si gioca Inter-Juventus bisogna armarsi di pazienza e prepararsi al peggio. Così è stato. Immancabile la polemica arbitrale che, se condita da una brutta sconfitta, non può che far ancora più male.

I numeri per la squadra di Simone Inzaghi sono ormai impietosi: seconda sconfitta consecutiva in campionato, la terza nelle ultime quattro (dopo Bologna e Spezia), la nona su 27 partite. Numeri preoccupanti per un squadra che a inizio anno doveva almeno competere per la vittoria del campionato. Invece l’Inter si trova ad avere la bellezza di 21 punti in meno del Napoli con tante conseguenti domande cui rispondere.

I temi su tavolo della dirigenza sono tanti e, se si considera l’ultima partita, si deve partire dall’incredibile episodio che ha portato alla convalida del gol vittoria della Juve. Partiamo da qui:

CHIFFI E VAR: Non c’è limite al peggio di una classe arbitrale ormai ai limiti dell’imbarazzante. Ogni domenica assistiamo a episodi clamorosi in cui, sbagliando, si smentiscono le decisioni prese degli stessi arbitri in altre partite. Ogni decisione è lasciata al caso e all’umore del singolo arbitro in campo o seduto sulla sedia var.

Non c’è un riferimento chiaro, non c’è mai una sicurezza per lo spettatore o per i giocatori in campo, anzi, una c’è ed è sempre presente…loro (gli arbitri) si difendono sempre tra loro, si autoassolvono, si autogiudicano e fanno la morale a chi giustamente s’incazza davanti alla loro costante presunzione e alla loro sempre evidente inadeguatezza. Nel caso specifico del gol di Kostic ci sono, nel giro di 5 secondi, ben tre tocchi di braccio evidentissimi che, misteriosamente, nella super pubblicizzata e costosissima sala Var di Lissone NESSUNO vede nemmeno dopo 4 minuti di ricerca “attenta” e “minuziosa”. Non che servisse l’aiuto della moviola  dato che “l’ottimo” Chiffi era lì a un metro di distanza e poteva (se fosse stato adeguato e preparato) vedere tranquillamente solo con l’aiuto dei suoi occhi.

Che stia tranquillo Chiffi, che stia tranquillo anche Mazzoleni in sala Var, Rocchi li ha promossi e questo ci fa capire ancora una volta in che stato stia messa l’AIA dopo lo scandalo che l’ha colpita qualche mese fa con le dimissioni di Trantalange. Fermiamoci qui che è meglio!!

INZAGHI: Il mister cerca di capire come uscire da questa crisi che i numeri sopra citati evidenziano ma, ad oggi, non ci sta riuscendo. Non si può dribblare il discorso campo solo perché si è stati penalizzati dall’arbitro al minuto 26. Dopo c’è stata una partita durata più di 70 minuti e l’Inter non è riuscita ad uscire dalla sua psicosi e dalle sabbie mobili della lentezza e della confusione. L’Inter segnava tanto e subiva tanto ma creava, ora basta un gol degli avversari al primo contropiede per metterci KO. Purtroppo non regge più nemmeno il discorso del secondo posto dato che la classifica ci vede dietro la Lazio. E’ vero che Inzaghi ha preso più critiche di quelle che si meritava e le cose ottime che ha fatto non vanno dimenticate, noi tifosi abbiamo tanto gioito per i suoi 3 trofei, ma 9 sconfitte e questo ruolino di marcia impongono una severa riflessione ai vertici.

GIOCATORI: Sembra che qualcuno abbia “staccato la spina” oppure sia caduto nell’apatia dell’ultimo periodo e si sia da essa fatto ingoiare. Il risultato è quello di singoli spenti che non si sono “rianimati” nemmeno dopo l’impresa portoghese in Champions League. Onana, Calha, Lautaro, Darmian e Barella (anche se non al meglio) provano a salvare il salvabile ma da soli non bastano. C’è chi parla di rivoluzione a fine anno, da quello che si vede sembrerebbe la cosa migliore da fare. Sta ora ai giocatori dimostrare che tutti si sbagliano e sfruttare le occasioni che coppe e campionato possono ancora dare per ritrovare voglia, concentrazione e determinazione. 

RIMEDI: Ovviamene non sta a me trovarli. Più che di soluzioni si dovrebbe parlare di occasioni. La sosta dovrà servire a Inzaghi per ritrovare lo spirito giusto, in vista di un aprile che diventerà fondamentale: l’Inter, infatti, è attesa da un tour de force di nove gare ufficiali tra campionato, Champions e Coppa Italia. Nove esami uno più importante dell’altro, per definire il futuro di squadra e allenatore.