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Perché il City è favorito ma l’Inter ha delle chanceTUTTO mercato WEB
giovedì 8 giugno 2023, 20:11Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

Perché il City è favorito ma l’Inter ha delle chance

Istanbul fino a poco tempo fa corrispondeva alla debacle del Milan, la sconfitta più clamorosa mai vista in una finale di Champions League. Oggi ha un altro sapore, considerando che gioca l’Inter e ci arriva da sfavorita, con una proporzione che alcuni analisti esasperano, altri accorciano ma che trova tutti impreparati nel definire l’esatta distanza tra i due club.
Guardiola nelle sue dichiarazioni mostra intelligenza, abitudine ma anche una furbizia che a volte è tanto studiata da risultare sfacciata. Gli è piaciuto dire che gli italiani giocano a far finta di essere più deboli, di mostrarsi vittime contro squadre che a suo dire sono allo stesso livello. Può darsi che in alcuni casi sia anche vero ma lo dice l’allenatore di un club che in questi anni, per le campagne acquisti ha fatto manovre finanziarie inferiori solo al PSG. “Noi giochiamo per vincere, anche l’Inter. Se volete darci questa patente di squadra più forte, va bene, non c’è problema”. Il tono velenoso, acre, lo sguardo contraffatto, l’aria stanca di chi è costretto a dire cose che magari non pensa. Guardiola è il più letale dei pericoli per l’Inter sabato sera.


Parliamo di una squadra che ha vinto la quinta Premier in sei anni, ha appena battuto il Man Utd nella finale di FA Cup, ha schiantato il Lipsia, il Bayern e il Real in Champions e intende completare l’opera proprio con l’Inter, la quale ha mezzi e uomini per giocare alla pari ma nessuna esperienza a questo livello.
Il gioco messo in scena dai Citizens è incredibilmente complicato da leggere
Le disposizioni tattiche nel corso della partita variano spesso, i giocatori hanno un canovaccio nel quale si muovono con autonomia.


Il portiere Ederson, come Onana, partecipa alla manovra. La difesa composta da Walker, Akanji, Dias e Akè fa partire l’azione con una velocità che non ha eguali in Europa

A centrocampo il giocatore meno reclamizzato ma più pericoloso è Rodri, che in mediana arretra e diventa play basso e dialoga con intelligenza.
De Bruyne lo conoscono tutti eppure è difficile capire in che posizione del campo stia.
A seconda del tipo di avversario si sistema, adattandosi con Grealish e Gundogan.
Tanti gol realizzati nel corso della stagione hanno visto il belga lambire l’area con verticalizzazioni a palla bassa, mezza altezza e mezzi cross capaci di trovare Haaland, ineguagliabile nel tagliare le difese.


Come tutte le squadre di Guardiola nella fase di non possesso tende ad essere molto aggressiva, paradossalmente più nella metacampo avversaria, per recuperare palla e sfruttare ripartenze improvvise. Qui Brozovic, Calhanoglu e Barella non potranno commettere alcuna sbavatura.
La vera differenza tra tutte le squadre del mondo e il City sta nel fatto che nessun giocatore è un punto debole. La cifra tecnica di tutta la rosa è elevatissima
Anche Foden dalla fascia è un costante pericolo, perché sfrutta le sue qualità nello stretto e sa saltare l’uomo con facilità.


Tornando su Haaland il vero problema, oltre alla frequenza con cui segna, è il talento con cui sa disporsi e la cattiveria con cui fa pressing.
Il vero dilemma riguarda se e quanto l’Inter possa riuscire a fare gioco, ad aggredire gli inglesi invece di subirli. Il fatto che gli uomini di Guardiola non diano punti di riferimento e siano rapidissimi è un fatto. E’ altrettanto vero che l’Inter è un tipo di squadra che applica fondamenti non molto dissimili. Inzaghi ama i cambi di posizione, la superiorità numerica nell’area avversaria, il recupero palla e le transizioni efficaci, solo con meno qualità in alcuni ruoli.


L’Inter ha delle chance se riesce a sorprendere gli inglesi in alcune zone del campo, ma se dovesse prendere gol è fondamentale non vacillare nemmeno un minuto. Ogni volta che il City è andato in vantaggio ha cercato, riuscendoci spesso, di chiudere il discorso cercando il raddoppio e dilagando nel punteggio. La forza mentale sarà una componente determinante.  

L’Inter ha maturato consapevolezze in soli due mesi, forse nemmeno i giocatori oggi conoscono i loro veri limiti e le potenzialità. Nelle finali in genere non è premiato esclusivamente il rigore tattico ma il coraggio, la giocata fuori dagli schemi. Vedremo chi si incaricherà di tentarla prima.
Oggi c’è da godersi questa attesa elettrizzante rovinata solo dalla decisione del Comune di non organizzare alcun evento esterno per i tifosi dell’Inter, tranne San Siro. Una logica che dovrebbe impedire anche concerti e qualunque evento estivo. Al contrario ne pagano le conseguenze solo determinati eventi sportivi e migliaia di persone che avevano solo intenzione di vivere una serata comunque memorabile.
Amala