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tmw / inter / Editoriale
Salta la Superlega, ora  resta il vero problemaTUTTO mercato WEB
mercoledì 21 aprile 2021, 08:09Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

Salta la Superlega, ora resta il vero problema

Oggi si gioca Spezia-Inter, la squadra è vicina ad un grande risultato e sembra che la faccenda sia lontana improvvisamente milioni di chilometri.
La superlega è nata ed è probabilmente morta in poche ore. Una vicenda tanto surreale da rendere ancora più grottesco il periodo che stiamo vivendo. Il covid ha fatto perdere senso alle cose, le ha straziate, esasperate, ha cancellato delle fette di esistenza e ha accelerato delle conseguenze, portando in tutti noi un senso di estraniamento. 

I fattori sconcertanti restano la tempistica, la modalità e il pretesto con il quale si è arrivati all’ipotesi di scissione, venduta come inevitabile.
Dei presidenti coinvolti nel nuovo progetto ha parlato il solo Florentino Perez, il quale ha spiegato male la posizione dei club, mostrando più la dimensione monarchica e l’animo snob, specie quando è arrivato a sostenere che la Champions non interessa nessuno fino ai quarti di finale.
L’annuncio nel cuore della notte tra domenica e lunedì, la reazione senza precedenti del mondo sportivo, politico e in generale di tutta l’opinione pubblica, le arringhe di Ceferin e Infantino, le reazioni indignate degli allenatori in conferenza stampa, le proteste feroci dei tifosi verso i loro stessi club e tutto nel silenzio dei fondatori. Niente, nessuna parola, solo un’improvvisa retromarcia di una squadra dopo l’altra e l’annuncio di una riunione d’emergenza quasi a mezzanotte.



A prescindere dall’esito della vicenda va segnalato però con forza la svilente narrazione di una Uefa che è persino riuscita a passare per vittima, indossando l’abito dei valori etici, nonostante tutti gli scandali accaduti e una politica organizzata intorno ad un principio meramente economico. E con lei la FIFA.
Parliamo di organi i cui ex presidenti Platini e Blatter sono stati condannati per illeciti e giri di denaro (l’ultima volta un mese fa per varie violazioni del codice etico della Fifa), che hanno organizzato un mondiale in Qatar facendolo giocare a gennaio e costruendo nel deserto stadi che saranno utilizzati un solo mese e causando diversi morti nella costruzione.
La questione è che il tema della Superlega esiste già da anni e sta prendendo quella forma in modo più lento ma inesorabile, contando sul fatto che i tifosi accettano tutto se i cambiamenti arrivano un po' alla volta.
Da quando esiste il fair play finanziario la ripartizione economica ha polarizzato i rapporti di forza, i campionati vengono vinti da una sola squadra per anni, salvo rare eccezioni, la Champions e la sua gestione ha creato un club a parte, una superlega nella Champions, composta da Real, Bayern, Barcellona, PSG e le inglesi. Riescono ad incunearsi a turno la Juventus, l’Atletico e il Borussia Dortmund. Il resto d’Europa è fuori dal calcio che conta, proprio perché viene impoverito dalla gestione attuale.

La disinvolta gestione economica e politica di PSG e Manchester City è stata agevolata, l’Inter invece ha passato anni a tentare di uscire dai suoi guai e da formule usate più come tenaglie (settlement agreement) che come soluzioni.
Tra gli anni 70 e e 90 abbiamo visto una straordinaria pluralità, un calcio realmente equo e va sottolineato che la Coppa dei Campioni era una coppa seria, così come la Coppa delle coppe e la Coppa Uefa, abbattute dalla volontà di fare più soldi con l’introduzione dei gironi e di un nuovo format (1992) che ha stravolto il senso della competizione.

Il valore della superlega esiste già all’interno dell’Uefa, proprio perché le federazioni e l’organo che le comprende, hanno adottato una politica orba che ha perso i tifosi più giovani per strada e si è dedicata proprio al setacciamento dei sistemi per introitare più denaro, senza preoccuparsi di ciò che avveniva al suo interno.
Il vero auspicio è che ora si trovi il modo di ripensare il calcio, invece di praticare sfacciatamente l’ipocrisia e parlare di cultura dello sport senza averla, perché quello che è successo viene proprio per non aver voluto affrontare i problemi.