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Cos'altro deve dimostrare Martinez per essere considerato il degno erede di Sommer? Una sottovalutazione da superareTUTTO mercato WEB
Oggi alle 16:11Editoriale
di Michele Maresca
per Linterista.it

Cos'altro deve dimostrare Martinez per essere considerato il degno erede di Sommer? Una sottovalutazione da superare

Raccogliere l'eredità di un portiere che, per quanto all'inizio di questa stagione abbia commesso degli errori gravi, si è classificato al terzo posto del Premio Yashin del 2025 non è un compito semplice. Dimostrare di poter rappresentare il degno sostituto di Yann Sommer non è dunque scontato, neanche per un estremo difensore dalle credenziali di rilievo come Josep Martinez. Ma ogni riscontro concreto fornito dal calciatore iberico nelle occasioni avute a sua disposizione non ha, finora, fatto altro che attestare una realtà: il classe 1998 è pronto per essere centrale all'Inter.

Non è un giudizio affrettato o immediato a far condurre a tale conclusione, ma l'analisi profonda e dettagliata di ciò che accade in campo. A Martinez non manca nulla, già in questo momento, per poter recitare la parte dell'attore protagonista in qualsiasi opera che veda impegnata la compagine nerazzurra, anche nel contesto dei palcoscenici più rilevanti a livello internazionale. Per rendersene conto basta orientare il proprio sguardo a due partite disputate dall'iberico con i crismi del calciatore top. La stagione è la medesima, ossia quella scorsa, mentre la cornice in cui i due incontri si inseriscono sono diverse: Napoli, in Serie A, e Feyenoord, in Champions League. In entrambi i casi in trasferta, in entrambe le circostanza con in palio qualcosa di estremamente importante. Contro i partenopei, Martinez ha salvato tutto ciò che era nelle sue facoltà arginare, ma non ha potuto far nulla sul tap-in vincente di Philip Biling nel finale. In Olanda, il portiere spagnolo ha garantito un clean sheet ai suoi, rendendo più agevole il ritorno degli ottavi grazie al 2-0 di Rotterdam.

Tali prestazioni non rappresentano un caso, un'eccezione, bensì la conferma di una regola generale cui si è assistito in ogni circostanza nella quale Martinez abbia avuto la possibilità di difendere i pali nerazzurri: la sua presenza in porta è fonte di sicurezza per i compagni e garanzia di sicuro affidamento per il tecnico di turno. Ciò non sta a significare che Sommer sia un "portiere finito" o che la gestione del dualismo in porta sia stata per ora compiuta in maniera sbagliata. Piuttosto, la riflessione sul contributo positivo dell'iberico alla causa della compagine meneghina può aiutare a comprendere un'altra realtà, indubbiamente positiva per la squadra di Viale della Liberazione: con un Sommer destinato a scrivere gli ultimi capitoli della sua storia nerazzurra, l'Inter ha già in casa la figura ideale per raccoglierne il testimone sin dalla prossima stagione.

Andare a ricercare, sul mercato, un nuovo potenziale "primo portiere" significherebbe rivelare all'esterno la propria mancanza di fiducia circa l'idoneità del classe 1998 a diventare in pianta stabile il numero uno del Club meneghino. Con ciò, dunque, ritenendo non sufficienti le sue abilità in uscita, il suo tempismo negli interventi, la sua capacità di partecipare alla costruzione dell'azione offensiva e la sua mentalità da leader e punto di riferimento della retroguardia nerazzurra. Qualità, queste ultime, di cui l'ex Genoa ha dimostrato di essere in possesso nelle 11 gare disputate all'Inter, con 6 clean sheet messi a referto tra tutte le competizioni.

Su queste basi, sarebbe un peccato rinunciare a rendere Martinez parte integrante del futuro dell'Inter, non riconoscendo la miriade di doti tecniche e mentali delle quali può arricchire strutturalmente la rosa nerazzurra. Spesso, piuttosto che orientare il proprio sguardo a ciò che non si possiede ma si desidera fortemente, sarebbe più opportuno fermarsi ad acquisire la consapevolezza del valore di ciò che già si detiene. Così da unire l'obiettivo di evitare spese inutili con quello di provvedere in maniera reale al benessere del proprio sistema. Nel caso di Martinez e dell'Inter, il "benessere" in parola consiste nel confermare il presente per costruire un futuro in linea con le aspettative che ci si è imposti.