L'Inter segua Chivu, che non piange mai. Conte, parliamo di alibi?
Cosa resta della serata del Maradona, in casa Inter? Dissapori, polemiche, confronti più o meno a distanza e l'amarezza di sapere di aver perso un'occasione, al di là di tutto.
Diciamolo subito: il rigore che apre la partita, in un primo tempo dove l'Inter era stata decisamente all'altezza e parecchio sfortunata (con due legni colpiti), ha una peso specifico enorme nell'economia di una sfida del genere. Non basta però a giustificare il modo in cui l'Inter ha subito gli altri due gol nella ripresa, pur se giustificati dalla caccia alla rimonta.
Le parole di Marotta, anche considerando i toni decisamente pacati usati dal presidente nerazzurro, sembrano sacrosante. Al contempo è da notare che il numero uno del club ha ammesso come la squadra si sia lasciata innervosire dal torto arbitrale subito.
In pratica l'Inter non ha reagito da grande squadra, facendosi trascinare nel Far West dove Antonio Conte sguazza. A proposito di Conte: ha parlato di alibi creati da Marotta per l'Inter, facendo un po' "la morale" ai nerazzurri. Ma insomma, non serve fare un grande esercizio di memoria per ricordare come lui stesso sia abituato a lasciarsi andare a dichiarazioni ben peggiori, dagli arbitraggi al mercato e chi più ne ha più ne metta. E non di certo da quando allena il Napoli.
Ma la polemica è stucchevole e va lasciata andare. Molto meglio per l'Inter seguire in tutto e per tutto ciò che dice il proprio, di allenatore. Cristian Chivu porta una ventata di aria fresca, trascinando per i capelli i suoi nel dire "in Italia siamo abituati a piangere, ma io non piango". È proprio vero: Chivu come tutti ha pregi e difetti, ma fino ad ora non si è mai lamentato di nulla. Parla di lavoro, di rialzarsi. Chissà dunque se l'Inter saprà reagire da grande squadra, stavolta: al Maradona non lo ha fatto. Ma il campionato è lungo e al momento non sembra avere un padrone certo.






