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tmw / inter / Editoriale
L’Inter e gli attaccanti attaccatiTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:01Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

L’Inter e gli attaccanti attaccati

Viene difficile dare un giudizio definitivo, omnicomprensivo o risolutivo su un Inter come quella attuale.
Questo è un campionato che presenta tante anomalie, tra l'incredibile equilibrio delle prime in classifica, i tanti difetti che caratterizzano ogni squadra, la classifica marcatori che vede Lautaro in testa con 6 reti e pochissimi attaccanti puri nei primi 30.

Qualcosa significa, perché non c'è in pratica nessun attaccante di altre grandi squadre che riesca a incidere.
Non il Milan con Giménez, inviso al pubblico, non la Juventus che ha perso pure Vlahovic e ha grosse difficoltà con David e Openda, non la Roma con Ferguson e Dovbyk, non il Napoli con Hojlund che comunque fa un lavoro sporco importante ma non esaltante sotto porta.
C'è una ragione se tra i giocatori che hanno segnato di più in Campionato, dietro Lautaro Martinez ci sono giocatori offensivi ma nessun “puntero”. Vedi Calhanoglu, Pulisic, Leao, Orsolini, Nico Paz, Berardi, Zaniolo, mentre gli attaccanti come l'inglese Keinan Davis, Andrea Pinamonti, Santiago Castro, Pellegrino e Bonny sono fermi a 4 reti, posto che il francese dell'Inter parte spesso dalla panchina.

Le difese giocano schiacciate il nostro calcio è spesso tendente a premiare più l'aspetto difensivo, infatti vediamo più brutte partite come Roma - Napoli raramente sfide come Juventus - Inter, a prescindere da come è andata a finire.
 

Se gli attaccanti che sono in Italia sono tutti sotto media probabilmente non è solo per scarsa mira, assenza di lucidità o sopravvalutazione del giocatore, come amano ripetere gli odiatori di Lautaro. Forse è anche per come si gioca nel nostro Paese e per via di un calcio contratto e difensivo, che ha messo in difficoltà lo stesso assetto offensivo nerazzurro che pure è quello più fornito di tutta la serie A.

L’Inter ha, per distacco il miglior attacco del torneo ma l’accusa mossa all’argentino, anche dopo Pisa, è quella di essere bravo con le squadre piccole e molto meno efficace con le grandi. Strano perché eravamo sicuri di aver visto segnare sia all’andata che al ritorno contro il Bayern, nei quarti di finale di Champions League e con il Barcellona in semifinale proprio l’argentino. Lo stesso giocatore che l’anno prima, da capocannoniere, aveva fatto il gol decisivo contro il Milan nella partita che aveva consegnato lo scudetto e che ha seg. nato ai rossoneri complessivamente 9 reti.

Il tema è che, nella storia, nessun attaccante dell'Inter è stato salvato dall'astio.
Boninsegna, Altobelli, Muraro, Vieri,, Klinsmann, Milito, Icardi. I centravanti che restano per anni in nerazzurro vengono sistematicamente ridimensionati da un pubblico che, qualche anno più tardi, torna a dare una valutazione più lucida.
Non è oggettivamente possibile dare come dicevo all'inizio dell'articolo una valutazione definita dall'Inter e dei suoni effettivi perché non sembra essere una di quelle stagioni che garantisce continuità. 

L'Inter è probabilmente, tra tutte la squadre, quella che va giudicata più per il collettivo che per le individualità. 
Tanto più che da inizio stagione i giocatori nel mirino della critica sono davvero tanti: Sommer, Barella, Acerbi, Diouf, Calhanoglu e Luis Henrique, verso il quale c'è un insopportabile fissazione, un dileggio figlio di un autentico bullismo. 
Si scambia il diritto di critica con il preconcetto persecutorio. 
Non basta dire che un giocatore dell'Inter, dunque della squadra per cui si tifa, non ha giocato bene. Bisogna finirlo, umiliarlo. 

Nota a margine.
Ausilio ha confermato che non ci saranno movimenti a gennaio. In realtà i nomi di Frattesi in uscita e di Frendrup in entrata stanno girando. L’indiscrezione secondo la quale a giugno l’Inter potrebbe tentare Vicario in porta, prelevandolo dal Tottenham, sarebbe eccezionale se confermata. In quel reparto il club sarebbe coperto per tanto tempo con un portiere di grande valore.