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La fragilità di ogni verità sull’InterTUTTO mercato WEB
giovedì 13 maggio 2021, 08:23Editoriale
di Lapo De Carlo
per Linterista.it

La fragilità di ogni verità sull’Inter

La gara con la Roma va in archivio con un bel successo e la frizione tra Conte e Lautaro.
Partita divertente e giocata con una buonissima attitudine per una squadra che è già campione d’Italia. La speranza è che faccia altrettanto anche sabato con la Juve. La testa dei tifosi oggi è divisa tra gioia per lo scudetto e le intenzioni di Zhang, perciò parlare di Inter in questo periodo è una faccenda delicata perché negli ultimi dieci anni è venuto a rompersi un equilibrio da chi fa informazione e chi ne fruisce.
Il primo assunto è che da una parte il giornalismo ha dovuto cambiare la forma per sopravvivere ad un nuovo modello di informazione e l’avvento dei social, piombati in ogni settore della nostra esistenza senza alcun tipo di cultura del mezzo. Ci si è chiesti perché la gente legga pochi libri e ancora meno i giornali, ma chiede comunque di essere aggiornata e così la riposta più facile è stata quella di dare al pubblico quello che vuole, un po' come un genitore separato che invece di educare il figlio lo vizia.
Il paradosso nel calcio (ma non solo) è diventato quello di un giornalismo fatto di titoli sensazionali nel bene e nel male nel quale tutti i tifosi si sentono attaccati e dal quale pretendono una maggiore enfasi per i risultati ottenuti.

E’ un corto circuito dove la verità delle cose diventa persino irrilevante.
Se la diversità di vedute per l’andamento di una partita, le pagelle e le decisioni arbitrali è innocua e alimenta le discussioni tra tifosi, quella legata invece a ciò che accade davvero nel retrobottega di un club come l’Inter è tutt’altra faccenda.
Oltre a colleghi che lavorano per testate nazionali, conosco praticamente tutte le redazioni che si occupano prevalentemente di Inter, con giornalisti di comprovata fede nerazzurra, preoccupati delle notizie che trapelano ma anche di come diffonderle senza essere accusati o trascinati in medievali polemiche sulla negatività e il pessimismo cosmico.
E’ un fatto che l’Inter debba chiudere la questione del prestito nel prossimi 12 giorni per poter sistemare i conti.
E’ un fatto che questo periodo sia necessario per avere accesso al prossimo Campionato e Champions, perché entro il 30 maggio la Figc pretende che siano pagati gli stipendi arretrati al personale e perché l'Uefa pretende dal club come da qualunque altro. che le rate stabilite con società come Real e Manchester ad esempio, vengano saldate.
E’ un fatto che i procuratori dei giocatori battano cassa e chiedano alla società di onorare gli impegni presi ma che dall’altra i giocatori mostrino anche la volontà di voler continuare a giocare con l’Inter, se le cose si risolvessero nei tempi prestabiliti.
E’ un fatto che Conte abbia dichiarato che la sua permanenza è succedanea ad una serie di colloqui con il club e che dunque non sia scontata ed è altrettanto vero che gli è già capitato di andarsene con un contratto in essere, ma anche di aver già fatto questa “minaccia” la scorsa stagione restando sulla panchina dell’Inter.
E’ un fatto che anche Marotta abbia confermato che la permanenza di Conte sia auspicabile ma non sicura.
E’ un fatto che la società abbia rinviato per mesi ogni questione per l’assenza di Zhang  e che la nascita e l’aborto immediato della Superlega abbia costretto a velocità record ad un piano C che è ancora in fase di realizzazione.
Zhang sta comprando tempo e vuole capire se a questo punto sia più giusto restare o vendere ad un fondo.
I fatti, per quanto semplificati, sono questi e nel mezzo ci sono le voci, le indiscrezioni che arrivano da fonti interne ed esterne alla società, le quali incoraggiano da una parte a scrivere notizie che hanno fondamento e dall’altra a non essere certi che le rivelazioni, i pettegolezzi abbiano un esito tanto nefasto come quello che sembrerebbe essere.
I tifosi sono arrabbiati con la stampa che passa sopra l’Inter, riproduce uno scenario in cui la conquista dello scudetto è stata quasi un obbligo e non vede l’ora di sottolineare persistentemente apocalissi, grazie a nuove sconvolgenti rivelazioni.
I tifosi in questo senso hanno ragione ma dall’altra non fanno distinguo e non facendo prigionieri scambiano una stampa sensazionalistica con quella che invece analizza i fatti correttamente. Non funziona così e ci vuole uno sforzo da entrambe le parti, perché tutti vorremmo il lieto fine ma anche la nuda verità senza tragedie da una parte e dolcificanti dall’altra.
Amala.