
Atalanta, il riscatto è doppio: spirito vincente e… troppi guai muscolari
Il 2-1 al Bruges non è stato solo un successo europeo: è una piccola vittoria sul destino. Dimostra che questa Atalanta sa rialzarsi, anche dopo una serata cupa come quella di Parigi. Ma quel che preoccupa — e che merita ben più che un sospetto — è l’allarme muscoli che si accende nell’infermeria di Zingonia: sette infortuni recenti non sono una coincidenza.
UNO SPIRITO SENZA PAUSA – Contro il Bruges la Dea ha messo in campo tutto: cuore, agonismo, intensità. Quando serviva, ha buttato il cuore oltre l’ostacolo, ha accettato la sofferenza e ha premuto con coraggio. I subentrati (Samardžić, Musah, Sulemana) hanno capovolto il match, mostrando che questa squadra ha profondità. Le scelte di Juric sui cambi — altro merito da rivendicare — hanno ribaltato l’inerzia. Il Bruges, abile nel palleggio iniziale, è stato scoraggiato da una squadra che non ha mai smesso di crederci.
LA LEZIONE DI PASALIĆ – Mario Pasalić è stato il simbolo della rimonta - approfondisce nel tuo taglio editoriale Pietro Serina sul Corriere di Bergamo - . Privo di lampi per quasi un’ora, poi ha inciso da leader: ha procurato il rigore dell’1-1 e timbrato il gol della vittoria di testa. È diventato l’uomo decisivo non “nonostante” ma grazie al cambio di posizione tattica: partito da trequartista, spinto in mediana quel tanto che bastava per trovare spazi e inserirsi. È il trait d’union di tante Atalanta di Champions, il croato con il fiuto del gol che, a 30 anni, continua a essere indispensabile.
L’EMERGENZA MUSCOLARE – Se lo spirito non manca, il fisico invece sta mostrando crepe. Nel giro di poche settimane, l’Atalanta ha dovuto gestire ben sette infortuni ai gruppi muscolari (adduttori, flessori). Non può essere solo sfortuna: qualcosa non sta funzionando nei carichi, nelle tempistiche o nella gestione delle rotazioni.
Gli ultimi due stop sono quelli di Raoul Bellanova e Odilon Kossounou. Gli esami hanno evidenziato per il primo una lesione muscolo-fasciale di primo grado dell’adduttore lungo sinistro, con tempi stimabili in 2-3 settimane. Per Kossounou, invece, il responso parla di edema muscolare con lesione parcellare del bicipite femorale destro, infortunio che richiede in media 3-4 settimane di stop. Due assenze pesanti che riducono ulteriormente le scelte di Juric in difesa.
I GIOVANI CHE NON HANNO PAURA – Onest Ahanor e Lorenzo Bernasconi incarnano la speranza del domani. Il primo, a 17 anni, è diventato titolare in Champions con naturalezza da veterano; il secondo, a 21 anni, si è guadagnato la fiducia europea. Il loro abbraccio al momento dell’assegnazione del rigore è stato il simbolo di una squadra che cresce sul campo e dentro. Non sono meteore, ma investimenti da tutelare: con il passaporto italiano in arrivo per Ahanor, il futuro nerazzurro può essere già scritto da loro.
Atalanta ha mostrato di avere dentro di sé il carattere per ribaltare partite: ieri il Bruges, domani altri ostacoli. Ma le vittorie più durature nascono anche dalla salute della squadra, e l’allarme muscoli non può restare inascoltato. Se lo spirito è giusto, il corpo va protetto: solo così la corsa europea potrà continuare con pieno vigore.







