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TUTTO mercato WEBReal-Barça in prima fila, in Italia coinvolto il Milan: la Gazzetta svela il progetto Superlega
In maniera improvvisa, nella giornata di ieri, la FIFA ha preso pubblicamente e duramente posizione contro l’idea di una Superlega. Insieme a Infantino, anche tutte e sei le confederazioni mondiali, tra cui la UEFA di Ceferin, con il quale i rapporti pure non sono idilliaci. La conferma che il comunicato di ieri non è arrivato in maniera casuale, ma legato a un progetto chiaro e definito, rivelato da La Gazzetta dello Sport in edicola oggi. 
Tutto nasce da Barcellona e Real Madrid. Dietro la Superlega, la “santa alleanza” tra le due big del calcio spagnolo, anche se in questo momento il ruolo di frontman sarebbe affidato a Florentino Perez (che non a caso nei giorni scorsi ha incontrato Andrea Agnelli), dato il tumulto elettorale blaugrana. Tanto determinanti, Barça e Madrid, che nel documento citato dalla rosea sarebbero previsti circa 30 milioni di euro a testa nei loro confronti. 
La formula. Le inglesi in prima fila, il Bayern contrario. In Italia coinvolto il Milan. Il programma, spiega il quotidiano, è quello di coinvolgere 20 grandi dei Big Five, i cinque grandi campionati europei: 15 sarebbero iscritte di diritto anche perché iscritte a una costituenda società, altre cinque invitate ogni anno. Si affronterebbero in una sorta di NBA del calcio: prima due gruppi da dieci, poi fase a eliminazione diretta. In Inghilterra, le squadre più attive in tal senso sarebbero Manchester United e Liverpool. In Germania, il Bayern Monaco ha già espresso in più occasioni e in maniera pubblica la propria contrarietà, peraltro abbastanza prevedibile se si considera il tradizionale modello di calcio tedesco. Per quanto riguarda il nostro Paese, i club italiani invitati sarebbero tre: verosimilmente inter, Juventus e Milan, ma di questi a oggi i rossoneri sarebbero i più coinvolti e interessati.
Soldi e controlli. Gli investimenti sarebbero importanti: un prestito complessivo da 3,5 miliardi per partire, con l’obiettivo di raggiungere un fatturato annuo da 4 miliardi. Divisi tra i venti partecipanti in maniera molto variabile per risultati e destinati ad arricchire soprattutto i quindici membri iscritti “di diritto”: si andrebbe comunque da un massimo di 250 milioni a club fino a un minimo di 55. Non senza controlli: secondo la rosea, sarebbe infatti previsto un tetto massimo per le spese per stipendi e commissioni agli agenti. Soldi e programmi che spaventano comprensibilmente il resto del calcio, destinato così a finire, nel migliore dei casi, in secondo piano.
		
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