
Pedri racconta: "Il Barcellona la mia vita. Flick? All'inizio difficile adattarsi alla linea alta"
Un infanzia a sostenere i colori blaugrana e a fantasticare su Andrés Iniesta come idolo da bambino, ora la storia vuole che Pedri all'età di 22 anni sia il faro del centrocampo del Barcellona di Hansi Flick, che si giocherà questa sera l'andata della semifinale di Champions League contro l'Inter. Dell'amore per il club catalano ne ha parlato direttamente nell'intervista rilasciata ai canali ufficiali della UEFA: "È la mia vita. Fin da piccolo è sempre stato così. Guardavo sempre le partite con la mia famiglia, e mio padre me lo ha trasmesso fin da bambino. Andavo sempre a vedere le partite nei club di tifosi e volevo sempre che vincessero, e ora posso godermelo dall’interno".
E ancora: "Sto vivendo tutto ciò che ho sempre sognato, e in questo momento significa tutto per me. Ho vissuto i momenti in cui vincevamo tutto, con una grande gioia e festeggiando i gol. È un ambiente diverso rispetto a guardare le partite a casa, sul divano con tre amici. Lì ci sono 30 o 40 persone che lo vivono come te, se non di più, ed è meraviglioso vedere tutti tifare per una squadra".
Un passaggio poi sul rapporto con Hansi Flick e com'è cambiato il Barcellona con lui: "È una squadra giovane e lui è come un padre, nel senso che cerca sempre di prendersi cura di noi. È lì per te anche quando non giochi. Cerca sempre di aiutarti e, oltre a essere severo – cosa che è e si vede anche da fuori – il lato che non si vede dall’esterno è che cerca sempre di aiutarti quando giochi male. Ti parla, ti chiede cosa c’è che non va. È stato difficile adattarsi (alla linea alta della difesa, ndr), soprattutto quando la guardavo dall’esterno durante la preparazione e la stavano implementando. Ma fin dall’inizio penso che la squadra lo abbia fatto molto bene e quando funziona, e vedi che qualcosa sta andando bene con l’idea dell’allenatore, penso che ti dia molta più fiducia".
E ancora: "Sto vivendo tutto ciò che ho sempre sognato, e in questo momento significa tutto per me. Ho vissuto i momenti in cui vincevamo tutto, con una grande gioia e festeggiando i gol. È un ambiente diverso rispetto a guardare le partite a casa, sul divano con tre amici. Lì ci sono 30 o 40 persone che lo vivono come te, se non di più, ed è meraviglioso vedere tutti tifare per una squadra".
Un passaggio poi sul rapporto con Hansi Flick e com'è cambiato il Barcellona con lui: "È una squadra giovane e lui è come un padre, nel senso che cerca sempre di prendersi cura di noi. È lì per te anche quando non giochi. Cerca sempre di aiutarti e, oltre a essere severo – cosa che è e si vede anche da fuori – il lato che non si vede dall’esterno è che cerca sempre di aiutarti quando giochi male. Ti parla, ti chiede cosa c’è che non va. È stato difficile adattarsi (alla linea alta della difesa, ndr), soprattutto quando la guardavo dall’esterno durante la preparazione e la stavano implementando. Ma fin dall’inizio penso che la squadra lo abbia fatto molto bene e quando funziona, e vedi che qualcosa sta andando bene con l’idea dell’allenatore, penso che ti dia molta più fiducia".
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