
Crosetti: "Inter come una famiglia in cui va tutto bene e poi ci si scanna per l'eredità del nonno"
Il giornalista Maurizio Crosetti ha voluto approfondire la situazione in casa Inter sull'edizione odierna de La Repubblica, descrivendo con parole abbastanza dure quanto stanno vivendo adesso i nerazzurri: "Una meteora precipita dallo spazio profondo e incenerisce l’Inter. I nerazzurri come i dinosauri buonanima: quasi estinti, e in un attimo poi. Erano quelli del 4-3 al Barcellona, sono diventati quelli dello 0-5 di Monaco e di Lautaro contro Çalhanoglu. Erano veri quelli di prima o sono veri quelli di adesso?
Difficile ricordare un simile fenomeno di polverizzazione rapida: l’Inter cade dall’alto di un possibile triplete, s’impantana nella peggiore ipotesi (zero tituli), perde male la finale di Champions e pure il suo allenatore (che aveva già deciso per tempo di cambiare aria, forse annusando l’odore del meteorite in arrivo). Poi s’imbarca per l’avventura americana con un briciolo di energia e la usa per farsi tutto il male possibile. Se i nerazzurri fossero stati così tonici e aggressivi in
campo, come lo sono stati nella faida successiva, il Fluminense l’avrebbero spazzato via con uno starnuto. E invece. Nella farsa travestita da tragedia non si è
tirato indietro nessuno: non le mogli con i like social, non il capitano ferito contro il turco fuggiasco, e sorprendentemente neppure il presidente Marotta che invece di lavare in famiglia il bucato sporco ha fatto nome e cognome del traditore, il reprobo Çalha.
Lautaro non l’aveva citato, però mancava solo l’indirizzo di casa, via. Sembra una di quelle famiglie in cui all’apparenza tutto bene, e poi ci si scanna per l’eredità del nonno. Parenti serpenti. Maledetti cuoricini. E quanta polvere sotto quel tappeto, anche se a occhio sembrava un persiano, e dei più preziosi. Ma adesso? Ci penserà Chivu, catapultato all’improvviso in questa specie di delirio. Stia attento, se gli faranno troppe moine. Pensi ai brontosauri. Che si sono estinti con più stile, va pur detto".
Difficile ricordare un simile fenomeno di polverizzazione rapida: l’Inter cade dall’alto di un possibile triplete, s’impantana nella peggiore ipotesi (zero tituli), perde male la finale di Champions e pure il suo allenatore (che aveva già deciso per tempo di cambiare aria, forse annusando l’odore del meteorite in arrivo). Poi s’imbarca per l’avventura americana con un briciolo di energia e la usa per farsi tutto il male possibile. Se i nerazzurri fossero stati così tonici e aggressivi in
campo, come lo sono stati nella faida successiva, il Fluminense l’avrebbero spazzato via con uno starnuto. E invece. Nella farsa travestita da tragedia non si è
tirato indietro nessuno: non le mogli con i like social, non il capitano ferito contro il turco fuggiasco, e sorprendentemente neppure il presidente Marotta che invece di lavare in famiglia il bucato sporco ha fatto nome e cognome del traditore, il reprobo Çalha.
Lautaro non l’aveva citato, però mancava solo l’indirizzo di casa, via. Sembra una di quelle famiglie in cui all’apparenza tutto bene, e poi ci si scanna per l’eredità del nonno. Parenti serpenti. Maledetti cuoricini. E quanta polvere sotto quel tappeto, anche se a occhio sembrava un persiano, e dei più preziosi. Ma adesso? Ci penserà Chivu, catapultato all’improvviso in questa specie di delirio. Stia attento, se gli faranno troppe moine. Pensi ai brontosauri. Che si sono estinti con più stile, va pur detto".
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