
Inter, il nuovo corso è già partito: Bonny dopo Sucic e Luis Henrique. C'è un identikit
Non c’è due senza tre. Dopo Petar Sucic e Luis Henrique, in questi minuti Ange-Yoan Bonny sta firmando il contratto che fino al 2029 lo legherà all’Inter. Il centravanti francese, che ritrova Chivu dopo l’esperienza comune al Parma, è il terzo acquisto estivo della società nerazzurra, e condivide con gli altri un dato in comune: l’età.
Basta vecchietti. Il più “anziano” dei nuovi acquisti è il brasiliano arrivato da Marsiglia, nato nel 2001. Sia Sucic sia Bonny, invece, sono classe 2003. Per capire quanto questo rappresenti una rottura rispetto al recente passato, basterebbe prendere in considerazione un dato: nella rosa dell’Inter della scorsa stagione - escludendo i ragazzi aggregati dalla Primavera - gli unici giocatori con un profilo anagrafico simile erano il 2002 Asllani e il 2000 Bisseck, entrambi sulla carta (l’albanese non solo) non proprio titolari.
L’identikit di Oaktree. Dietro l’inversione di tendenza, è evidente la mano del fondo californiano. Anche se il presidente Marotta ha escluso rivoluzioni in sede di mercato, le indicazioni della nuova proprietà sono chiare: giocatori giovani, di talento, e che magari costino qualcosa a livello di cartellino, non per forza parametri zero. Il rovescio della medaglia è che si tratta di calciatori con stipendi mediamente più bassi - anche perché la rosa dell’Inter rispetta delle precise gerarchie sotto questo profilo - e che hanno un potenziale di rivendita molto più elevato. È una chiave di volta utile anche per capire i prossimi passi: chi arriverà alla corte di Chivu da qui al 1° settembre, avrà caratteristiche molto chiare.
Basta vecchietti. Il più “anziano” dei nuovi acquisti è il brasiliano arrivato da Marsiglia, nato nel 2001. Sia Sucic sia Bonny, invece, sono classe 2003. Per capire quanto questo rappresenti una rottura rispetto al recente passato, basterebbe prendere in considerazione un dato: nella rosa dell’Inter della scorsa stagione - escludendo i ragazzi aggregati dalla Primavera - gli unici giocatori con un profilo anagrafico simile erano il 2002 Asllani e il 2000 Bisseck, entrambi sulla carta (l’albanese non solo) non proprio titolari.
L’identikit di Oaktree. Dietro l’inversione di tendenza, è evidente la mano del fondo californiano. Anche se il presidente Marotta ha escluso rivoluzioni in sede di mercato, le indicazioni della nuova proprietà sono chiare: giocatori giovani, di talento, e che magari costino qualcosa a livello di cartellino, non per forza parametri zero. Il rovescio della medaglia è che si tratta di calciatori con stipendi mediamente più bassi - anche perché la rosa dell’Inter rispetta delle precise gerarchie sotto questo profilo - e che hanno un potenziale di rivendita molto più elevato. È una chiave di volta utile anche per capire i prossimi passi: chi arriverà alla corte di Chivu da qui al 1° settembre, avrà caratteristiche molto chiare.
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