
15 ottobre 1995, Maradona ritorna al gol in Argentina. Con una punizione all'incrocio
Il 15 ottobre del 1995, al José Amalfitani - stadio del Vélez Sarsfield - c'è un confronto particolarmente gradito in Argentina. Perché da una parte c'è di fronte l'Argentinos Juniors, dall'altra il Boca Juniors di Diego Armando Maradona. Il Pibe, che era tornato dopo la sua parabola europea, con i capelli metà neri e metà gialli, come la maglietta della sua squadra preferita. Blu e giallo, il richiamo era abbastanza visibile a quella striscia in mezzo. Una settimana prima era rientrato alla Bombonera, vincendo con il Colon provocando un'espulsione di Julio Cesar Torresani dopo una lite. Novanta minuti in campo e un cartellino giallo.
Niente gol, l'attesa era più gustosa. Perché l'Argentinos Juniors era la squadra che lo aveva visto crescere. Lanciato nel firmamento mondiale come un barrillete cosmico, per usare una frase abbastanza conosciuta non solo da quelle parti. Calcio di punizione dal limite dell'area e il telecronista già spiega: "È la sua posizione preferita per calciare".
Come se fosse ineluttabile, come se fosse già scritto. Palla all'incrocio dei pali, impossibile da parare. O semplicemente non era neanche giusto fermare la corsa di una sfera destinata a cambiare, come sempre, la storia del calcio argentino. Uno a zero Boca, triplice fischio. Sarà una supernova, durerà pochino. Ma Diego Armando Maradona si era ripreso la scena.
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