28 ottobre 1979, l'assassinio dell'Olimpico. Un razzo uccide Vincenzo Paparelli
Il 28 ottobre del 1979, all'Olimpico, si gioca il derby. Da una parte la Roma, dall'altro la Lazio. Il clima di festa durerà pochissimo: alle 15 c'è il fischio di inizio, ma un'ora prima, dalla Curva Sud, parte un razzo navale che attraversa tutto il campo e finisce dall'altra parte delle tribune: è il terzo in pochi minuti, il primo fatale. Una traiettoria di quasi 200 metri che colpisce in piena testa Vincenzo Paparelli, trapassandogli un occhio. 33 anni, padre di famiglia, era allo stadio con la moglie Wanda.
Forse l'idea non è quella di uccidere un avversario, quanto più creare una scena pirotecnica. Il materiale non era vietato, seppur considerato pericoloso. Paparelli, dopo essere stato colpito, viene portato in ospedale, ma dopo pochi minuti muore. Alle 14.15 viene ufficializzata la notizia con un annuncio alla televisione e, di lì a poco, tramite le radioline e con il passaparola dei tifosi.
Il rischio panico è altissimo, visto che c'è l'intenzione da parte dei laziali di arrivare dall'altra parte, fino alla Curva Sud, per farsi giustizia privata. L'Olimpico si svuota perché in moltissimi escono dalla Curva Nord, cercando di andare a caccia dei giallorossi. I tifosi biancocelesti chiedono a gran voce di non giocare, mentre finirà 1-1 in campo.
Altre notizie
Ultime dai canali
Primo piano






