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Thuram a RBN: "L'Italia, ai miei tempi, aveva il campionato più importante al mondo"
"Cose di Calcio" con Antonio Paolino , Alessandro Santarelli e Vincenzo Marangio Ospiti: Lilian Thuram, Malu' Mpasinkatu, Idris Sanneh.
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L'intervista, che "Cose di Calcio" dedica a Lilian Thuram, verte inevitabilmente anche su altri fattori. Uno tra questi, certamente, corrisponde alla Juventus, squadra che lo accolto per ben cinque stagioni: la sua esperienza è servita più che altro per fare dei confronti tra il passato bianconero, vissuto dal francese, e il presente:
De ligt può arrivare ai tuoi livelli?
"Io credo che De ligt è un giovane giocatore. Io, alla sua età, non giocavo alla Juventus. Per un giovane, venire a giocare in Italia, alla Juventus, è una cosa molto interessante. Il problema è che in Italia non lasciano il tempo ai giovani. Ma è un giocatore di grande futuro".
Domenica c'è stato Milan-Juventus: cosa ne pensi del livello calcistico odierno rispetto a quello in cui hai giocato tu?
"Non conosco bene il calcio di oggi. Oggi mi sembra stiamo vivendo in una società in cui viviamo meno rischi. Quindi bisogna aggiungere il fatto che stiamo vivendo nell'epopea del VAR e, alla fine, per un difensore è più difficile giocare oggi rispetto a prima. Non puoi entrare. Io non potrei giocare, perchè qualche rosso lo prenderei per eccesso di foga. Oggi il calcio è meno libero di pensieri. Ma, ancora una volta, quando si fa questo confronto, bisogna ricordare che il campionato italiano era quello più ricco. Oggi non lo è. I giocatori più importanti giocano in Inghilterra. Nelle finali di Champions League non ci vanno le squadre italiane. All'epoca eravamo al top. Quando ho vinto il Mondiale con la Francia nel '98 c'erano tanti giocatori che giocavano in Italia".
Le vittorie passano dai campioni che hai in squadra o dall'allenatore bravo a metterli insieme? Sulla Juventus attuale, uscente dai nove scudetti, rivedi della mentalità della Juve dei tuoi tempi?
"Ho giocato e ho imparato tanto nella mia carriera. Una cosa è molto chiara: per vincere devi avere dei fuoriclasse. Se hai il giocatore importante in tutti i ruoli, è più facile vincere. Se hai dei grandi giocatori, vuol dire che si ha giocatori intelligenti a cui bisogna affiancare una strategia chiara.C'è bisogno di un allenatore fortissimo, ma senza le individualità non vinci. Nei dieci anni in cui ho giocato in Italia dietro di me avevo Buffon, per nove anni avevo accanto Cannavaro. Per me, era più facile diventare bravo".
Quanti giocatori bravi vedi alla Juventus? Vlahović può essere considerato un grande giocatore?
"Lui è molto bravo, altrimenti non giochi alla Juventus, che può puntare a tanti bravi giocatori nel mondo. Lui è giovane e spero che faccia grandi cose alla Juventus"
De ligt può arrivare ai tuoi livelli?
"Io credo che De ligt è un giovane giocatore. Io, alla sua età, non giocavo alla Juventus. Per un giovane, venire a giocare in Italia, alla Juventus, è una cosa molto interessante. Il problema è che in Italia non lasciano il tempo ai giovani. Ma è un giocatore di grande futuro".
Domenica c'è stato Milan-Juventus: cosa ne pensi del livello calcistico odierno rispetto a quello in cui hai giocato tu?
"Non conosco bene il calcio di oggi. Oggi mi sembra stiamo vivendo in una società in cui viviamo meno rischi. Quindi bisogna aggiungere il fatto che stiamo vivendo nell'epopea del VAR e, alla fine, per un difensore è più difficile giocare oggi rispetto a prima. Non puoi entrare. Io non potrei giocare, perchè qualche rosso lo prenderei per eccesso di foga. Oggi il calcio è meno libero di pensieri. Ma, ancora una volta, quando si fa questo confronto, bisogna ricordare che il campionato italiano era quello più ricco. Oggi non lo è. I giocatori più importanti giocano in Inghilterra. Nelle finali di Champions League non ci vanno le squadre italiane. All'epoca eravamo al top. Quando ho vinto il Mondiale con la Francia nel '98 c'erano tanti giocatori che giocavano in Italia".
Le vittorie passano dai campioni che hai in squadra o dall'allenatore bravo a metterli insieme? Sulla Juventus attuale, uscente dai nove scudetti, rivedi della mentalità della Juve dei tuoi tempi?
"Ho giocato e ho imparato tanto nella mia carriera. Una cosa è molto chiara: per vincere devi avere dei fuoriclasse. Se hai il giocatore importante in tutti i ruoli, è più facile vincere. Se hai dei grandi giocatori, vuol dire che si ha giocatori intelligenti a cui bisogna affiancare una strategia chiara.C'è bisogno di un allenatore fortissimo, ma senza le individualità non vinci. Nei dieci anni in cui ho giocato in Italia dietro di me avevo Buffon, per nove anni avevo accanto Cannavaro. Per me, era più facile diventare bravo".
Quanti giocatori bravi vedi alla Juventus? Vlahović può essere considerato un grande giocatore?
"Lui è molto bravo, altrimenti non giochi alla Juventus, che può puntare a tanti bravi giocatori nel mondo. Lui è giovane e spero che faccia grandi cose alla Juventus"
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