
Ora che la coperta è corta servono idee e qualità altrimenti si finisce contro un muro
Per carità, l'ostinazione è anche una bella cosa quando c'è profonda convinzione di quello che si sta facendo e quando tutto ciò porta risultati, ma quando dai risultati si passa agli allarmi e alle spie accese sul quadro allora è il momento di fermarsi a riflettere, e cambiare. Ed è giunto esattamente questo momento per Tudor e anche per Comolli e la Juventus in generale. Ancora una volta la stagione non è partita male, ma l'assenza di sconfitte spesso è il mezzo risultato più subdolo che ci sia e invece di avvicinarti alla crescita ti allontana dalle soluzioni. Perché in fondo un pareggio è un risultato recuperato o, nel peggiore dei casi, che ti è sfuggito negli ultimi minuti per sfortuna o per un piccolo errore. Non ci si dà mai la giusta e necessaria importanza. Un pareggio ti porta a chiudere gli occhi davanti ai problemi, ti fa credere che la soluzione è vicina, a portata di mano, e, soprattutto, che non c'è poi tutto questo bisogno di cambiare strada. Ecco perché il pari è il più subdolo e pericoloso dei risultati.
La Juventus, dopo essere stata meritatamente prima in classifica dopo le prime tre giornate, ora si trova al quinto posto dopo altre tre giornate. E indovinate? Si era primi dopo tre vittorie di fila, si scivola quinti dopo tre pareggi di fila. Ecco perché le spie vanno sapute leggere e le sirene d'allarme vanno sapute ascoltare. Bisogna mettersi sull'attenti e farlo subito, perché spesso un calo non è sinonimo di sfortuna ma segnale che le energie stanno finendo così come le idee che vanno assolutamente rigenerate. Se poi al quadro ci si aggiungono anche gli infortuni ecco che l'allarme diventa rosso. L'infortunio di Bremer, che si aggiunge all'infortunio di Cabal ad un anno esatto dai primi gravi infortuni dei due, diventa una sorta di problema da trasformare in opportunità di cambiamento: con quattro soli difensori centrali di ruolo, passare alla difesa a 4 diventa quasi una necessità per calibrare meglio le cose con le forze a disposizione, e il ritorno, ormai imminente, di Miretti aumenta le opzioni a centrocampo che suggerisce una sola strada per uscire da questo limbo: il 4-3-3.
La coperta diventa improvvisamente corta dietro, a centrocampo recuperi un centrocampista dinamico e versatile e, soprattutto, in attacco hai tantissime soluzioni, Tudor ha una sola via da seguire, quella del cambiamento che può rappresentare una soluzione da ritirare fuori dal cassetto all'occorrenza anche quando si avranno modi e uomini per tornare al 3-4-2-1. Ma una cosa è certa: perseverare su una strada non più praticabile potrebbe portare a schiantarsi contro un muro, a perdere ancora punti in campionato e in Champions con il rischio di dover rincorrere per tutta la stagione.







