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Puntano il dito contro la Juventus delle ricapitalizzazioni e si dimenticano dell'Inter dei debitiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 26 marzo 2023, 14:03Primo piano
di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it

Puntano il dito contro la Juventus delle ricapitalizzazioni e si dimenticano dell'Inter dei debiti

È affascinante l'insistenza quasi capricciosa, da parte di alcuni organi di informazione, di passare il tempo a pubblicare veline (atti di indagine coperti da segreto istruttorio), in maniera pubblicamente illegale, pur di riempire tempo e pagine a parlare quotidianamente di Juventus. Altrettanto affascinante notare come lo sguardo sia solo e sempre in un'unica direzione, in casa bianconera. Soprattutto quando il campionato è fermo e quindi, pur di vendere quelle pochissime copie, e provare (con mosse delle disperazione) a convincere qualche incauto lettore a sottoscrivere abbonamenti on line per leggere il nulla, si fa leva sulla curiosità popolare che vuole condannare i “cattivi della Juventus”.

Il giochino è facile, lo sanno anche i bambini: metti la parola Juventus nel titolo e il web ti porta a spasso per il Mondo; non importa cosa dirai, tu alludi e poi resta ai margini dell'illazione nel testo, così, se qualcuno ti accusa di complottismo tu puoi tranquillamente sorridere, sornione, e dire che fai semplicemente il tuo lavoro. Si,certo. Spiegate perché però si lavora soltanto in un'unica direzione. Quasi come le Procure di tutta Italia nel caso delle plusvalenze: ne lavora soltanto una, le altre sono, sull'argomento, chiuse, da sempre, per ferie. O in realtà perché semplicemente non sussiste reato. Mi correggo. Non sussiste reato a meno che non ti chiami Juventus. E torniamo al giochino che hanno capito anche i bambini. Ma l'onestà, davanti a legittime domande, verrà messa in un cassetto. Provate a chiedere, per esempio: “perché lavora solo la Procura di Torino”, “come fa una plusvalenza a riguardare solo una squadra”, “perché non si indaga sul sistema e solo su una squadra che da sola non può, fisicamente, fare sistema?”; smetteranno di rispondervi.

A proposito di guardare sempre in casa della Juventus, proviamo noi a cambiare sguardo. Ma non per distrarre l'opinione pubblica sempre molto ben fomentata e “istruita” ad hoc dai soliti illustri, ma per farvi capire che per una società (la Juventus) che, pur nelle difficoltà nate principalmente da un periodo storico inedito (il Covid), si è trovata con la necessità di fare più ricapitalizzazioni (pratica legale che fanno passare come illegale per chissà quale astruso principio), ci sono società, come l'Inter, che si affidano ai Bond. Che poi diventano i Bond dei Bond. Che poi diventano i Bond, dei Bond, dei Bond. E così via, fino a quando, magari con la costruzione di uno stadio nel 2027 (se tutto va bene) si possa ripagare i debiti dei debiti, dei debiti e così via. E intanto non aver le mani legate nella costruzione di una squadra per vincere uno scudetto e qualche coppa, restando in piedi e, con il favore delle tenebre di una comunicazione troppo impegnata a guardare da un'altra parte, affidarsi ad una finanza lecita ma costantemente debitoria.

Non sono un economista, e non mi spaccio per esperto in materie non mie pur di emettere giudizi facili come fa qualcuno, ma, nei momenti liberi, m'informo, chiedo. Quello che mi hanno insegnato debba fare sempre un giornalista. E allora la prima domanda che mi sono posto è stata: cos'è un Bond?

È un’obbligazione (in inglese, appunto, bond) che compra parte del debito di una società (o di uno Stato a livelli più alti) rappresentato da un titolo, e ne diventa esclusivamente creditore. In teoria quindi, a meno di un default (e quindi di un fallimento) della società (o dello Stato) in questione, il creditore deve riavere a una scadenza prefissata il capitale sottoscritto più gli interessi previsti dal contratto.

Il primo bond l'Inter lo ha emesso nel 2017 quando fu collocato con successo un bond senior (che viene pagato per primo, a differenza di un bond subordinato che viene risarcito in subordine) da 300 milioni di euro presso una ristretta cerchia di investitori istituzionali ottenendo domande pari al doppio dell’offerta. Un bond che, a sua volta, era stato già utilizzato per ripagare il prestito con Goldman Sachs del 2014 lanciato durante la gestione Thohir.

Nel frattempo, tra un bond e l'altro, nella stagione 2020/2021 l'Inter vince lo scudetto.

Il 24 gennaio 2022, sempre l'Inter, emette un nuovo bond da 415 milioni. Un'operazione che permette alla società in particolare di prolungare le scadenze in arrivo alla fine del 2022, aspetto non poco rilevante visto che il 31 dicembre 2022 l'Inter avrebbe dovuto rimborsare due bond, emessi negli anni scorsi ricevendo complessivamente 375 milioni (dati raccolti da ilSole24Ore e Calcio e Finanza).

Ma perché è stato davvero importante per l'Inter riuscire a spostare il debito inizialmente in scadenza il 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2027? Prima di tutto perché ha potuto alleggerire i debiti a breve termine che pesano sull'ormai famoso indice di liquidità.

Nel 2015, infatti, la Federcalcio, all'interno delle NOIF (le Norme Organizzative Interne Federali), tra i vari criteri all’interno del sistema di controlli economico-finanziari introdusse anche l’indicatore di liquidità, un indice che dimostra quando un club sia in grado di poter rispettare i propri impegni finanziari a breve termine. Requisito fondamentale per l’iscrizione del campionato.

Qui entra in gioco la ormai famosa Co.Vi.So.C. che verifica che i club stiano rispettando il valore. Se l'indice di liquidità fosse a rischio, la Covisoc potrebbe intervenire ma il suo intervento potrebbe essere vanificato davanti all'intervento dell'azionista di maggioranza del club mediante: versamenti in conto futuro aumento di capitale; aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato e da effettuarsi esclusivamente in denaro; finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci; versamenti in conto copertura perdite.

Esattamente come ha fatto John Elkann immettendo nelle casse della Juventus circa 700 milioni in due anni. Tra le opzioni non c'è nessun riferimento ai bond che sono sicuramente un'arma a disposizione dei club (in un solo caso ne hanno fatto uso anche la Roma e la Juventus nel 2019 e il Porto nel 2021), e sicuramente è una pratica lecita ma che racconta di un club, l'Inter, che, di fatto, ha vinto un campionato e fatto mercato pur essendo indebitato. Davanti agli occhi e nel silenzio di tutti.

Ma torniamo un attimo allo spostamento del debito dell'Inter dal 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2027, perché questa data è importante? Perché il club nerazzurro ritiene possa essere l'anno in cui avrà finalmente uno stadio di proprietà che potrà garantirgli nuovi introiti da gestire, burocrazia italiana permettendo.

Già, uno stadio di proprietà. Quello che non ha nessuna delle prime sette attualmente in classifica fatta eccezione per l'Atalanta e la Juventus. Eppure, stando alle parole del Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, il modello da seguire è quello del Napoli club primo in classifica che non ha né uno stadio di proprietà né una qualsiasi infrastruttura di proprietà e non ha in piedi neanche un progetto. E ne parleremo a tempo debito. Ma torniamo e chiudiamo sull'Inter.

Nonostante il finanziamento garantito da Oaktree a Suning, di cui nelle casse dell’Inter sono stati versati 75 milioni, una quota importante del budget annuo del club nerazzurro continuerà a dover essere utilizzata come spesa per gli interessi (anche qui mi appoggio a dati di Calcio e Finanza): dall’emissione nel dicembre 2017 fino al 30 giugno 2021, l’Inter ha avuto, infatti, complessivamente costi come interessi pari a 63 milioni, con una media di 15,7 milioni annui fino al massimo di 22,2 milioni toccato nella stagione nel 2020/21, anno in cui il club nerazzurro ha vinto lo scudetto.

Di fatto, con l'uso dei bond, dal 2017 ad oggi, l'Inter non ha fatto altro che crearsi un debito utilizzato per ripagare altri debiti.

Ma questa storia, evidentemente, a qualcuno interessa poco. Anche in una domenica senza calcio in cui si preferisce ricapitolare per la milionesima volta le indagini dell'inchiesta Prisma sui conti della Juventus.