
Piazza San Carlo, le motivazioni della sentenza: "Scelte dell'ex sindaca frutto di un approccio frettoloso"
Sono uscite le motivazioni della Corte d’Assise di Appello di Torino che lo scorso 23 giugno ha confermato la condanna dell'ex sindaca di Torino Chiara Appendino a 1 anno e 6 mesi di carcere per i fatti di piazza San Carlo, quando la sera del 3 giugno 2017 si scatenò il panico tra la folla che seguiva su un maxischermo la finale di Champions League Real Madrid-Juventus. "Che l’organizzazione della manifestazione fosse stata tragicamente e inesorabilmente condizionata dalla ristrettezza dei tempi e dalla conseguente e imperdonabile approssimazione che connotava le condotte dei singoli, appare chiaramente dimostrato dalle deposizioni rese dai soggetti", che avevano partecipato alla riunione del 26 maggio e "che davano conto della estrema superficialità delle scelte operate" anche dalla designazione dell’ente organizzatore dell’evento.
Per i giudici le scelte dell’ex sindaca Appendino sono "state frutto di un approccio frettoloso, imprudente, perché non ha tenuto in considerazione i rischi connessi, e negligente, perché non ha vigilato sulla concreta attuazione di tali scelte, trascurando di assicurare il dovuto rilievo anche nella fase di formazione della decisione agli aspetti connessi alla sicurezza. In altri termini, non ha curato il bilanciamento anche di tale interesse, quello di assicurare la pubblica incolumità, che era - non c ‘è necessità di sottolinearlo - di rango certamente superiore al legittimo interesse dei tifosi della Juventus di condividere la visione della finale di Champions League".







