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IL TERZO TEMPO - Szczesny puntella la porta ed un record storico: è il miglior inizio di sempre. I limiti di Higuain e l'onestà di Gattuso, i moviolisti prendano appuntiTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 13 novembre 2018, 15:00Primo piano
di Luigi Risucci
per Tuttojuve.com

IL TERZO TEMPO - Szczesny puntella la porta ed un record storico: è il miglior inizio di sempre. I limiti di Higuain e l'onestà di Gattuso, i moviolisti prendano appunti

Nella notte di San Siro, i bianconeri scrivono un altro record negli almanacchi della Serie A. Serata disastrosa per Higuain. Onore delle armi per Gattuso, che insegni la sportività a qualcuno.

La notte di San Siro ha scritto l’ennesimo record di squadra della Juventus e dato le risposte attese da più di un protagonista della gara. Il primo (non) protagonista è stato senza dubbio Bonucci, atteso dalla mastodontica e bellissima curva rossonera per essere subissato di fischi, è rimasto sulla comoda panchina ospite. Una esclusione che non ha le sembianze dello sgabello di Oporto, ma lascia comunque in piedi qualche interrogativo. L’interessato ed Allegri hanno spiegato la natura tecnica e fisica della scelta di Benatia titolare, perché Bonucci aveva giocato nove gare di fila ed il marocchino aveva mostrato più di una volta di avere confidenza col gol quando di fronte aveva il Diavolo (doppietta in finale di Coppa Italia su tutte). Il doppio ex ha osservato i compagni e non ha fatto una piega, concedendosi serenamente anche ai microfoni nel pre e nel post gara, facendo così capire che dal suo ritorno alla corte di Madama qualcosa è cambiato e non c’è più spazio neppure il minimo spiffero polemico. Da un ex, all’altro. Higuain, a dispetto dei guai fisici patiti in settimana, teneva più di ogni altra cosa alla sua presenza in campo contro quelli che, fino a pochi mesi fa, erano i suoi compagni. La sua esagerata voglia di rivalsa è sfociata in un pastrocchio degno dei peggiori film fantozziani. Ha dapprima scippato la massima punizione al rigorista designato Kessie, poi si è fatto ipnotizzare dalla figura imponente di Szczesny e, nel finale, ha dato il peggio di sé imbastendo una tragicomica protesta verso l’incolpevole Mazzoleni che l’ha prontamente spedito sotto la doccia. Sono emersi i limiti emotivi di un grandissimo giocatore, che a Torino ha dato tutto e vinto tanto, ma che forse è stato messo alla porta proprio per l’incapacità di avere una tenuta mentale da campione assoluto, nei momenti decisivi delle partite e delle stagioni. Il Pipita in carriera ha sbagliato statisticamente un rigore su tre; i suoi errori dagli undici metri in momenti determinanti erano costati già una qualificazione in Champions al Napoli ed una Coppa America all’Argentina. È un grande bomber, ma i rigori non fanno per lui. La sfuriata, più che ingiustificata, contro l’arbitro ha ricordato tremendamente quella contro Irrati in un Udinese-Napoli di qualche anno fa, in cui perse completamente la brocca beccandosi, oltretutto, una pesante squalifica di quattro giornate. Proprio per questo, gli ex compagni Ronaldo (ai tempi del Real), Chiellini, Pjanic e Matuidi hanno cercato in ogni modo di calmarlo per evitare conseguenze disciplinari peggiori, senza ottenere altra risposta che non fosse qualche spintone o insulto. Vederlo uscire in lacrime è dispiaciuto a tutti, ma per chi lo conosce a fondo non deve essere stata una sorpresa assoluta. Le scuse nella mixed zone giustificano solo in parte il comportamento impulsivo del Pipita, che ora si potrà riposare oltremodo ben oltre la sosta. L’argentino è stato polverizzato da Szczesny, a mio avviso migliore in campo a Milano, perché quel tocco con la punta delle dita a deviare sul palo ha indirizzato decisamente i tre punti verso Torino. L’1-1 all’intervallo avrebbe potuto regalare una ripresa differente. Il polacco, invece, ha puntellato la sua titolarità con una parata non banale, scacciando le voci di qualche “allenatore da divano” che lo voleva relegare in panchina per la svista collettiva che lo ha visto co-protagonista, nella sciagurata serata di mercoledì contro il Manchester. “Tech”, come lo chiamano affettuosamente i compagni, è stato protetto da allenatore e squadra in maniera magistrale ed ha risposto coi fatti, da grande portiere.

Non si dimentichi che l’investitura per la sua titolarità è venuta, in tempi non sospetti, da un certo Gianluigi Buffon. Mica uno qualunque. Il gigante dall’animo gentile dimostra sicurezza ed affidabilità, nonostante porti sulle spalle il fardello dell’eredità del migliore di sempre e la concorrenza di Perin, portiere che sarebbe titolare in quasi tutte le squadre di Serie A. Le chance per l’ex Genoa arriveranno, ma un segnale inequivocabile di chi sia il titolare è arrivato, prepotente e puntuale, dal guantone destro dell’ex Arsenal, troppo spesso in carriera relegato a riserva al primo errore stagionale. A dispetto di una vittoria netta, (possesso palla superiore, il quadruplo dei tiri in porta rispetto agli avversari, un netto predominio territoriale) ci hanno pensato i media ad infangare, ancora una volta, la purezza del successo conquistato il campo. Quando gli avversari non parlano, le polemiche le creano le moviole televisive ed i soliti, noti, sciacalli da salotto tv. Allegri ha lasciato trasparire un non troppo celato nervosismo all’ennesima domanda sulla presunta mancata doppia ammonizione per Benatia. Una volta si parlava della distanza tra palla e braccio, che doveva dare il tempo al difensore di sottrarre lo stesso alle traiettorie del pallone. L’alternativa sarebbe tagliarsi di netto tutto ciò che resta dalla spalla in giù, a scendere, sino alle falangi. Il VAR ha visto e valutato, ha decretato il rigore ma, francamente, giudicare volontario l’intervento del marocchino è un’idiozia. Magari, oltre al rigore e al rosso, il giudice sportivo avrebbe potuto anche comminare il DASPO o una misura cautelare ai danni dell’ex Bayern. Ci stupiamo, ma non troppo, che si parli di aiuti alla Juventus anche nella settimana che era iniziata, contro il Cagliari, con un braccio diventato spalla nell’indifferenza di tutti i moviolisti. Onore al merito ed alla franchezza va dato a Gattuso e a Romagnoli, esemplari ai microfoni, quando hanno semplicemente riconosciuto e suggellato la realtà dei fatti: l’avversario ha vinto perché superiore, tecnicamente e caratterialmente. L’onestà intellettuale non appartiene a tutti e per questo fa notizia. Mister e capitano dei rossoneri siano da esempio per gli avversari che verranno e per i “polemizzatori seriali” che affollano le trasmissioni sportive della domenica sera. Ieri si è scritto un nuovo record: 34 punti su 36 disponibili nelle prime 12 giornate. Mai nessuno ci era riuscito prima da quando la Serie A è a girone unico. Che qualcuno prenda appunti e se li riguardi prima di formulare domande inopportune o tendenziose. Oppure, prendendo come modello l’Higuain fuori dal campo, chieda scusa.

MILANO 11/11/2018 CALCIO - CAMPIONATO SERIE A- MILAN - JUVENTUS - ESPULSIONE HIGUAIN - FOTO MASCOLO/PHOTOVIEWS © foto di Daniele Mascolo/PhotoViews