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ESCLUSIVA TJ - BERUATTO: "Playoff, non è finita, Agnelli ci fece capire il valore della Juve. Devo tanto a mio papà, sogno di seguire le sue orme"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 19 marzo 2019, 20:30Primo piano
di Edoardo Siddi
per Tuttojuve.com

ESCLUSIVA TJ - BERUATTO: "Playoff, non è finita, Agnelli ci fece capire il valore della Juve. Devo tanto a mio papà, sogno di seguire le sue orme"

Lui, Pietro Beruatto, fa l'esterno sinistro nella Juve U23, il papà, Paolo Beruatto, allena la categoria Under 16 della Juventus dopo aver lasciato il segno come calciatore nel Torino. I Beruatto sono così, uniti dal calcio e adesso anche dalla Juve, che li ha portati a lottare per gli stessi colori. Pietro, classe '98, è arrivato in bianconero dalla Fiorentina nel 2014 e da quel momento ha lasciato la Signora solo per sei mesi la scorsa stagione quando, dopo l'esperienza in Primavera, è andato in prestito al Vicenza. Poi l'opportunità della Juve U23, una chance dal sapore di ritorno a casa, che gli ha fatto ritrovare anche il papà per cui, in esclusiva ai microfoni di Tuttojuve.com, spende bellissime parole. Caso vuole, proprio in occasione della festa del papà. Ovviamente, si è parlato anche del progetto seconda squadra e dei sogni, quelli da raggiungere e quelli già trasformati in realtà: 

Contro il Pontedera avevate una bella occasione per agganciare il treno playoff, ma non ci siete riusciti. Come avete reagito e come si riparte ora?

Avevamo questa opportunità contro il Pontedera, eravamo a 4 punti, però il nostro obiettivo non è frantumato. Mancano ancora un po' di partite, cerchiamo di fare più punti possibili e vediamo cosa  succede davanti a noi. Noi ci crediamo fino alla fine, come ci abbiamo sempre creduto dall'inizio dell'anno. Dopo la partita eravamo un po' giù di morale, però abbiamo ricominciato ad allenarci al massimo, quindi pensiamo alla prossima partita e cercheremo di fare il massimo.

Cherubini durante il convegno sulle seconde squadre ha citato il discorso che vi fece il presidente Agnelli sull'identità dopo la sconfitta contro la Carrarese. Che effetto vi fece quel discorso?

Per noi è stato importante, perché vedere che viene a parlare alla squadra dà l'idea di quanto il progetto sia importante per la Juventus. Ci ha parlato dell'identità, ricordandoci che siamo noi i primi a fare questa cosa in Italia e che quando andiamo a giocare ovunque portiamo dietro lo stemma della Juve che è importantissimo e dobbiamo sempre dare il massimo per questa maglia, perché essere qui non è da tutti ed è una grande opportunità.

Tu l'anno scorso hai fatto un'esperienza in Serie C, ma non con la Juve. Com'è andata e secondo te quanto è importante per un ragazzo che esce dalla Primavera questo progetto?

Secondo me la Juve U23 è importante per i giovani, è una grandissima cosa. Io l'anno scorso sono andato a giocare a Vicenza e sono stato abbastanza fortunato perché nel mio ruolo c'era un altro ragazzo giovane, quindi ho potuto avere più opportunità di giocare rispetto a magari un'altra squadra. Molti altri ho visto che magari sono andati in B, ma poi non hanno giocato e poi sono dovuti tornare in Serie C. Quindi secondo me questa è una grandissima opportunità che dà spazio ai giovani, perché andare a giocare fuori e prendersi il posto non è facile, soprattutto se hai un ruolo delicato. Con questo progetto invece i giovani possono avere minutaggio e conoscere i campionati di Serie C e farsi le ossa.

Tu sei tra i più giovani, ma sei uno di quelli con più anni di Juve sulle spalle. Hai cercato di trasmettere la succitata identità?

Per me è stato bello perché mi sono ritrovato con tanti ragazzi con cui ho giocato nel settore giovanile, poi l'anno scorso io ero andato via e ci eravamo un po' divisi. Cerchiamo di trasmettere questa appartenenza alla maglia, però anche i vecchi che sono arrivati sono molto carismatici. Per esempio Del Prete è un grande capitano, lo sa fare bene. Si è creato un bel gruppo, è uno dei più belli in cui sia stato.

Alla Juve ora c'è anche tuo papà. Com'è il rapporto tra voi, come ti ha aiutato nella tua carriera?

Lui ha avuto un ruolo importantissimo nella mia carriera. Già quando ero più piccolo mi aiutava tanto, avendo giocato tra l'altro nel mio stesso ruolo, e mi consigliava su come posizionarmi in campo e cosa migliorare.  Mi ricordo ogni volta quando ero alla Fiorentina quando tornavamo lo specchietto della macchina era la porta e mentre guidava mi indicava tutti i movimenti. Adesso sono molto contento per lui, perché secondo me si merita davvero di essere arrivato qui alla Juve. A lui poi piace molto lavorare con i giovani. E dato che noi siamo sempre stati abituati per il suo lavoro a stare divisi sono contento che qui lo vedo tutti i giorni. Quindi in sintesi sì, è stato importantissimo nella mia crescita, ma lo è anche ora.

A proposito del ruolo, tu ti senti quindi un terzino?

Sì, adesso gioco a cinque, però di base preferisco la difesa a quattro. Comunque sto imparando, mi piace, l'importante è giocare (sorride, ndr). 

Tu hai fatto anche la tournée con la prima squadra. Ci racconti l'esperienza?

Quando mi hanno chiamato per il ritiro sono rimasto scioccato perché era una cosa bellissima. Sono andato in ritiro e c'era la possibilità della tournée e io durante il ritiro ho cercato di fare sempre il massimo. L'obiettivo era quello, ma non me l'aspettavo e quando me l'hanno detto ero al settimo cielo. Vai lì, giochi contro squadre come Real Madrid e Benfica, con giocatori che usavi alla play o guardavi in tv. E' stata un'esperienza spettacolare. I ragazzi della prima squadra poi sono mitici, soprattutto Chiellini e Marchisio, prima che andasse via, con i giovani sono bravissimi, ti aiutano tanto. C'era dialogo, erano disponibilissimi. È stato bellissimo ed emozionantissimo.

Parlando di prima squadra non si può non fare un nome: Cristiano Ronaldo.

In tournée non c'era, ma quando l'ho visto al centro sono rimasto senza parole. Ero abituato a vederlo solo in tv. Poi quandomi sono allenato con lui, che dire, è un fenomeno. Non sbaglia mai, sa sempre dove mettersi, è un fenomeno.

Prima hai detto di giocare con calciatori che usavi solo sulla Playstation, ma quest'anno su FIFA ci sei anche tu. Che effetto fa? Lì Beruatto a chi toglie il posto in prima squadra?

Sinceramente a me piace molto giocare alla Play e a Fifa. Ogni volta mi creavo il mio calciatore, adesso invece ero già lì! Che spettacolo. A volte purtroppo tolgo il posto ad Alex Sandro, ma in realtà mi metto sempre nel secondo tempo, sono umile (ride, ndr). Mi hanno fatto un po' scarso, ho tiro 27! 

È Alex Sandro il tuo modello? O ne hai altri, magari anche al di fuori della Juve?

Alex Sandro è fortissimo, ha una forza fisica clamorosa e non va mai in difficoltà. Lo ammiro molto. Poi mi piace molto anche Marcelo perché è estroso, tecnico. Ma anche tanti altri. Per esempio Dani Alves anche se gioca a destra, difensori come Maldini, Nesta...

Zironelli che allenatore è?

Un bravissimo allenatore, c'è un bel rapporto. Cerca sempre di spronarci e a me piace il fatto che lui vuole sempre giocare la palla, mai buttarla, e mi piace molto così. Poi a volte, in Serie C, bisogna un po' scendere a compromessi. 

Qual è il tuo sogno, il tuo obiettivo?

Adesso il mio obiettivo è uscire un giorno dal tunnel dell'Allianz Stadium. Già l' vorrebbe dire essere a un bel punto. Pensare di fare subito il salto in prima squadra alla Juve è difficile, basta vedere che giocatori ci sono, vorrebbe dire che sei già pronto per giocare al top. Quindi spero semplicemente di giocare un giorno ai massimi livelli e riuscire a fare quello che ha fatto mio padre, anche la metà di quello che ha fatto lui.