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MCKENNIE: “Volevo solo la Juventus, quando mi hanno chiamato sono scappato. Quest’anno spero di fare spesso la mia esultanza. Indimenticabile la vittoria contro il Barcellona”TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 26 settembre 2023, 15:40Primo piano
di Benedetta Demichelis
per Tuttojuve.com

MCKENNIE: “Volevo solo la Juventus, quando mi hanno chiamato sono scappato. Quest’anno spero di fare spesso la mia esultanza. Indimenticabile la vittoria contro il Barcellona”

Weston McKennie si è raccontato in un video condiviso dalla Juventus su YouTube, Ecco le sue parole riportare da TuttoJuve.com: 

Come è arrivata la chiamata della Juve? 
 

"C'erano due club interessati, ma non erano di primo livello. Poi ho ricevuto una chiamata dal mio procuratore che mi ha detto della chiamata della Juventus e che il club era interessato a me. Volevo la Juventus. Ero in pullman con la squadra stavamo andando in Austria per la preparazione e mi avevano detto che mi avrebbe chiamato Andrea Pirlo e non ci potevo credere. Ero a pranzo con la squadra, non potevamo avere i telefoni di solito, ma ho visto che mi stava chiamando un numero dall'Italia così ho preso il telefono e sono andato via. Li ho capito che sarei andato alla Juventus. Il resto è storia".

Come è stato il tuo arrivo? 
 

"Non avevo portato nulla con me. Anche perché avevo fatto il mio primo allenamento con le Adidas Copa che erano anche un mezzo numero più grande. Al primo allenamento guardavo Chiellini, Higuain, Cuadrado, Bonucci, Buffon e non potevo crederci. In pochi sanno che quando ero piccolo in camera mia, dopo la vittoria dell'Italia del Mondiale 2006, avevo messo il poster della squadra che alzava la coppa. Vederli e soprattutto giocare con loro è stato surreale, ero entusiasta".

Ti ricordi il primo gol con la Juve? 
 

"Mi ricordo che ero partito dalla panchina, in Germania non avevo segnato molto, infatti, se si guarda il replay non sapevo come esultare pero è stato molto bello. Quando segni senti il peso che ti si toglie dalle tue spalle e io non sentivo più la pressione, poi farlo in un derby è stato fantastico".

Ci racconti la vittoria al Camp Nou contro il Barcellona?

"Ho un aneddoto interessante su questa partita. Anche perché non avrei mai pensato di giocare una partita così. Io sono cresciuto in Germania e ho iniziato a giocare lì, dopodiché con la mia famiglia mi sono spostato in Spagna. All'epoca il Barcellona si allenava al Cam Nou a porte chiuse e abbiamo pregato la sicurezza di farci entrare e per convieceli abbiamo detto che eravamo americani e io avevo appena iniziato a giocare a calcio. Ci hanno fatto entrare, così abbiamo potuto vedere Messi, Ronaldinho e gli altri campioni che si allenavano. Poi ad un certo punto è arrivato un pallone e l'ho calciato indietro. Quindi quella partita era un cerchio che si chiudeva. L'angolo verso cui sono andato ad esultare era lo stesso dove ero andato da bambino. Mi sono immaginato me quando ero bambino. Se me l'avessero chiesto avrei risposto che non ci avrei mai pensato. È stato un momento importantissimo".

Come nasce la tua esultanza?

"Sinceramente volevo fare un'esultanza diversa. Mi ricordo che quando ero bambino mia nonna mi aveva mandato i libri di Harry Potter, così avevo iniziato a leggerli e successivamente sono usciti tutti i film. Mi sono innamorato di questo personaggio. Ero un bambino molto creativo e che aveva grande immaginazione, poi guardavo ogni anno. L'esultanza è venuta cosi: mi ricordo che avevo parlato con qualcuno rivelando che avrei esultato così. Poi questa esultanza è rimasta ed unica e speciale. Quest'anno mi auguro di poterla fare più spesso".

Ci racconti come hai vissuto la vittoria della Supercoppa? 
 

"È stato incredibile, anche perché è stato mio primo trofeo. È una bella sensazione alzare un trofeo, anche se c'è un po' di tristezza perchè abbiamo vinto ma mi è dispiaciuto non vincere lo scudetto, questo manca nella mia bacheca".

E la vittoria della Coppa Italia? 
 

"Questo ricordo è dolce amaro, perché si avvicinava la fine della stagione e sarebbe potuto essere il mio ultimo trofeo con i miei compagni. Soprattutto perchè la Coppa Italia l'ha alzata Gigi e non sapevamo se fosse rimasto alla Juventus o se sarebbe andato via. È stato emozionante vedere la felicità nei suoi occhi".

Com'è stata la tournée in America? 
 

"È stato qualcosa di incredibile perché da americano è sempre bello tornare a casa. Gran parte dei giocatori juventini hanno famiglia in italia e in Europa. Quindi per le loro famiglie vederli giocare è più semplice ma per me o Weah è difficile che le persone ci vengano a vedere e per farlo devono svegliarsi molto presto. Quindi giocare davanti al pubblico di casa è incredibile".

Com'è condividere lo spagliatoio con il tuo connazionale Weah? 
 

"È Fantastico. Per un po' sono stato l'unico americano a giocare in Italia adesso ce ne sono altri. È bellissimo vedere il percorso che sta facendo e i traguardi che sta raggiungendo. Poi suo papà George è un grande tifoso della Juventus. Se al mondiale gli avessi detto che io e lui avremo avuto la fortuna di giocare insieme non so quale sarebbe stata la sua reazione. Tim è molto felice di essere qui. Poi è bello avere una persona che nello spogliatoio possa capire lo slang americano. Mi piace anche il fatto di avere un compagno con cui poter tornare in America. Timothy ha una grande energia".