
Un altro giorno è andato senza novità su chi dice no
Mancano trentadue giorni alla fine del mercato. Il primo settembre si chiude e la Juventus ha molti fronti aperti. Forse troppi. Un anno fa, parlando con una fonte interna alla società, c'era l'impressione che l'unico modo per cedere alcuni giocatori - tipo Chiesa - era quella di metterli fuori rosa, costringendoli ad accettare proposte che in condizioni normali non sarebbero state considerate. Per Chiesa poi è arrivato il Liverpool, Arthur è rimasto, Rugani è finito all'Ajax, quasi nessuno è stato costretto a firmare con la pistola alla tempia.
Meglio pochi ma subito o prolungare l'agonia? Perché è una domanda da farsi per Weah - il cui prezzo è schizzato verso l'alto per una sorta di ripicca dopo il rifiuto di andare all'Olympique Marsiglia - e anche per Vlahovic, che punta chiaramente ad andare al Milan, ora oppure fra un anno, forse anche meglio. Poi c'è Douglas Luiz che, invece, vuole aspettare una mossa del Manchester United, se mai arriverà. Arthur però piace al Besiktas e questa sarebbe una buona notizia, ma ha ancora due anni di contratto quindi fra dodici mesi saremo punto e a capo.
Siamo, comunque, di fronte a una squadra in vendita da circa un mese. Solo Mbangula ha trovato l'autore giusto, il Werder Brema. Poi Perin (forse), Weah, Tiago Djalò, Facundo Gonzalez, Rugani, forse anche Savona, sicuramente Kostic, Douglas Luiz, Fabio Miretti, Nico Gonzalez e Arkadiusz Milik (senza parlare di Vlahovic) sono sul mercato.





