
Vaciago: "Così si arriva dritti all'arbitraggio in tv con un addetto in campo a ratificare le decisioni"
Nel corso del suo fondo pubblicato sull'edizione odierna di Tuttosport, il direttore del quotidiano Guido Vaciago ha parlato degli arbitri e degli errori di questo fine settimana: "Sinceri: non avevamo bisogno di Open Var per sapere che Rapuano e Aureliano, a Verona, avevano combinato un pasticcio. Lo avevano detto e capito tutti, fin dalla diretta televisiva della partita. (...). E poi bastano le statistiche: possibile che solo nel 2, forse 3% dei casi l’arbitro che viene richiamato al monitor resti della sua opinione? C’è, probabilmente, un bias comportamentale per cui l’arbitro in campo si è convinto che chi sta davanti ai monitor veda meglio e abbia, quindi, sempre ragione.
E molti dei nuovi arbitri sembrano mancare della personalità e della fermezza della generazione precedente. Così si sta arrivando dritti all’arbitraggio televisivo, con la partita diretta da Lissone e in campo un addetto a ratificare le decisioni prese davanti ai monitor. Quello che doveva servire a evitare 'gravi ed evidenti errori', sta diventando un setaccio nel quale scorre ogni secondo di partita, vivisezionato dalle telecamere. (...).
Il Var è uno strumento al servizio dell’arbitro, non viceversa. Purtroppo è un altro esempio di come la tecnologia invece di potenziare le capacità umane rischi di atrofizzarle, invece di liberare l’uomo, lo ingabbi sempre di più".
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