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Porrini sulla crisi bianconera: "Nella mia Juventus c'erano 5-6 leader, in questa?"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Oggi alle 16:08Serie A
di Daniele Najjar

Porrini sulla crisi bianconera: "Nella mia Juventus c'erano 5-6 leader, in questa?"

La Juventus cade per la prima volta e si aprono tutta una serie di interrogativi sull'immediato futuro dei bianconeri, a partire dal tema dell'allenatore. Igor Tudor sembra sotto esame e il calendario di certo non aiuta, visto che alle porte c'è la sfida contro il Real Madrid in Champions League. L'ex difensore bianconero, Sergio Porrini, intervenuto a TuttoMercatoWeb.com ci ha detto la sua in merito alla Signora, con la quale ha vinto una Champions League, una Coppa Intercontinentale e due Scudetti, fra gli altri trofei. Che ne pensa di questo momento dei bianconeri? "Dopo tanti pareggi è arrivata la prima sconfitta, un po' inaspettata anche se il Como sta facendo bene. Un ko che può destabilizzare l'ambiente viste le critiche e le voci di un cambio d'allenatore. Cose che non fanno bene ad una squadra che sta cercando sé stessa". Quanto vede in bilico Tudor? "I risultati non sono quelli che ci si aspettava, anche dal punto di vista del gioco che lascia un po' a desiderare. L'allenatore è sempre in bilico quando i risultati non arrivano. Io spero non lo sia, perché bisogna cercare di dare continuità. Ma è vero anche che con Thiago Motta l'anno scorso si è andati un po' troppo per le lunghe...". Allenatori affermati come Spalletti e Mancini sono liberi: come li vedrebbe a Torino? "Sono allenatori che hanno dimostrato il loro valore, hanno grande esperienza. Arriverebbe un nome importante, una cosa che fa sempre bene all'ambiente". Nella sua Juventus c'erano tanti giocatori come punti di riferimento. In questa si pensa forse troppo all'allenatore e meno ai giocatori? "È così. Dal punto di vista di chi possa essere il leader di questa squadra se ripenso alla Juventus che vinceva non vedo nessuno. Il problema principale è proprio quello: c'è carenza di personalità e leadership. La Juventus quando apriva un ciclo aveva sempre almeno 3-4-5-6 leader. Questo manca, anche a livello societario". C'è grande rotazione fra gli attaccanti: questo influisce sul rendimento di Vlahovic, David e Openda? "Sicuro. Un giocatore ha bisogno di giocare per trovare condizione, fiducia in sé stesso e per creare meccanismi di gioco con i compagni. Poi aggiungo che ogni attaccante ha le proprie caratteristiche: se continui a cambiare, anche per i compagni cambiano le cose nel modo in cui devono servirli". La sfida con il Real Madrid è alle porte: si aspetta una reazione? Sarà decisiva per il futuro di Tudor? "La reazione ci sarà sicuramente, quando giochi contro una grande squadra non hai bisogno nemmeno di preparare la partita dal punto di vista motivazionale. Però è difficile e sembra quasi la partita che la Juventus ha giocato l'anno scorso contro il Manchester City. Arrivò una vittoria e si pensò che i problemi fossero ormai risolti. Non è una partita che cambia tutto, ma sicuramente può spostare delle cose". Sulla lotta Scudetto: come la vede? "Ci sono squadre in grandissima difficoltà in lotta. Diverse sono incappate in sconfitte inaspettate come il Napoli contro il Torino. La Roma ci sta che possa perdere contro l'Inter, che rientra in lotta. La Juventus che non riesce ad approfittarne. In questo momento il campionato non sta chiarendo quali siano le squadre più forti. Resto dell'idea che Napoli ed Inter restino le più forti, ma il Milan non ha le coppe e potrebbe crederci. Così diventa interessante". La quota scudetto sarà più bassa? "In questo momento è così: nessuna squadra prende il largo, la quota si abbasserà secondo me, anche se è presto".