
Soncin: "Le sfide contro avversarie con idee e culture diverse utili per crescere ancora"
“È stato un piacere quest’oggi ritrovare le ragazze dopo tre mesi durante i quali abbiamo lavorato intensamente per capire come continuare a migliorare. Quelle lacrime o quei sorrisi fanno sicuramente ricordare momenti di gioia indescrivibili, ma la vita di noi atleti e atlete professioniste è quella di cercare di ottenere sempre risultati migliori. C’è il desiderio di continuare a crescere, di gestire al meglio tutti i minuti di gare importanti come quelle dell’Europeo e per questo sono state scelte partite di alto livello anche se è un momento della stagione intenso per gli impegni dei club. Squadre di alto livello con storie, idee, culture differenti rispetto a quelle che abbiamo affrontato e che dunque ci permetteranno di proseguire nel cammino esperenziale che stiamo facendo per gestire al meglio anche gli ultimi minuti”. Il ct dell’Italia Femminile Andrea Soncin esordisce guardando all’ultimo Europeo la conferenza stampa in vista delle sfide amichevoli contro Giappone e Brasile in programma durante questa pausa.
Com’è stato ritrovarvi qui a Coverciano?
“Il filo fra me, lo staff e le ragazze non si è mai spezzato, abbiamo girato tanto per vedere le partite e tenere i rapporti con i club assistendo agli allenamenti delle varie squadre. L’atmosfera è molto positiva, c’è molta voglia da parte di tutte di ritrovarsi e questo è segno di un clima positivo che si è creato ed è stato alimentato da tutte le persone che collaborano con noi”.
Come mai la scelta di queste sfide contro avversarie extraeuropee e di alto livello?
“Abbiamo avuto la fortuna, e penso che sia un motivo d’orgoglio per le ragazze, di ricevere molti inviti per queste partite. Soprattutto da squadre che sono davanti a noi nel ranking e hanno una considerazione elevata a livello internazionale. Questo è merito delle prestazioni delle ragazze non solo all’Europeo, ma nel recente passato. Sono gare di alto livello contro squadre che non abbiamo mai incontrato e hanno idee di calcio molto diverse, questo può permetterci di fare esperienza e confrontarci contro stili di gioco differenti. Sono gare che richiameranno tante persone allo stadio e siamo sicure che ci sarà tanta gente, tante bambini e tanti bambini, a seguirci sia a Como sia a Parma, e sarebbe il giusto premio per il cammino delle ragazze e per la passione che hanno acceso in estate”.
Ripensando all’Inghilterra, farebbe scelte diverse oggi?
“Ovviamente da allenatore l’analisi che si fa della gara è a 360°, non solo sugli aspetti emotivi, ma anche tecnico-tattici e non cambierei le scelte che ho fatto. Abbiamo avuto la possibilità di gestire al meglio la seconda parte della ripresa, ma non l’abbiamo fatto secondo le nostre caratteristiche, secondo le nostre idee che abbiamo portato avanti anche in tante fasi della stessa gara. Abbiamo pensato che tenere il pericolo lontano dalla porta fosse la soluzione migliore magari anche velocizzando una giocata quando costruivamo in netta superiorità numerica. Sono aspetti che sono stati analizzati e per quanto riguarda le situazioni di gioco fanno parte del gioco e di quei dettagli che fanno la differenza. Ma sono estremamente contento di quello che hanno fatto le ragazze, ce la siamo giocata fino all’ultimo secondo che era l’obiettivo di inizio torneo. Di sicuro dobbiamo crescere in consapevolezza per gestire al meglio certe situazioni tecniche”.
Come sta Dragoni e quanto è importante il suo ritorno?
“Giulia ha seguito un percorso molto attento e rigoroso sia con il Barcellona sia con la Roma che l’ha rimessa in campo con un buon minutaggio. L’ho vista cresciuta soprattutto a livello mentale e d’approccio per arrivare a certi livelli e mantenersi. Puntiamo tanto su di lei ed è giusto darle il tempo per ritrovare la condizione ottimale”.
Crede che quanto all’Europeo abbia aiutato ad avere più visibilità anche in questi tre mesi?
“Di sicuro la percezione di quanto fatto, al di là dell’Europeo che è stata la punta dell’iceberg, si percepisce anche fra gli addetti ai lavori. C’è una maggiore attenzione a cosa succede nel nostro campionato e una consapevolezza maggiore su quello che la nazionale può fare. Per il resto c’è bisogno di tempo perché i cambiamenti culturali richiede tempo e costanza nei messaggi comunicativi che bisogna portare all’esterno. E non parlo solo di messaggi verbali, ma anche di qualità del prodotto che andiamo a proporre ai tifosi. L’Europeo ha fatto scattare un meccanismo, il club continuano a investire e molte società straniere si sono buttate a capofitto sulle nostre giocatrici. Il prodotto che stiamo fornendo è più qualitativo e dobbiamo cercare di alzarlo sempre di più”.
Come si preparano queste quattro gare?
“La Nazionale la intendo come una macchina in continuo movimento, dinamica, è l’opportunità per vedere ragazze che non hanno ancora avuto modo di mettersi in mostra in Azzurro e che si sono conquistate questa convocazione con le prestazioni nei club. Sono 4 gare molto diverse fra loro, contro avversarie di grande valore e sarà una sfida confrontarsi e preparare queste gare così diverse in poco tempo”.
Cosa potrà portare Sara Gama a questa Mazionale nelle nuova veste?
“Ci tengo a ringraziare Chiara Marchitelli per quello che ha fatto in questo periodo con noi, è stata perfetta sia nei confronti dello staff sia con le ragazze. Sara credo possa continuare il suo percorso di crescita in una nuova veste partendo da una base di conoscenze e considerazione nell’ambiente molto alta. Ritengo che possa essere decisiva nel continuare il percorso di crescita che stiamo portando avanti. Sicuramente il passaggio dal campo alla scrivania richiede del tempo, ma da parte sua c’è grande determinazione, disponibilità e grandi competenze. Ci sono tutti gli ingredienti per aiutarci a crescere e far crescere tutto il movimento”.
Cosa pensa della nuova formula della Champions League?
“La stiamo seguendo con grande attenzione, è una formula molto interessante perché tiene i giochi aperti fino alla fine anche magari dopo due sconfitte come successo alla Roma di rimanete in corsa. E permette alle nostre ragazze di continuare quel percorso d’esperienza di cui abbiamo necessità e che possono permetterci di fornire sempre prestazioni migliori, soprattutto nelle gestioni di gara, nelle sfide che ci attendono a partire dalla qualificazione al prossimo Mondiale.
Come considera l’addio di diverse calciatrici di alto livello all’Italia per giocare all’estero?
“Penso che sia positivo perché dimostra il livello crescente che stiamo raggiungendo e le prestazioni che vengono valutate con occhi differenti. È un motivo anche di riflessione per i club e tutto il movimento per cercare di capire come trattenere queste giocatrici di alto livello quando possibile. Per il percorso esperienzale che stanno facendo è un messaggio importante per tutte”.
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