Rossi vola con l'Ungheria: "Sogno il Mondiale. Una chiamata dall'Italia? Non ci penso"

C'è un allenatore italiano di cui si parla troppo poco, ma che continua a stupire tutti. Il tecnico in questione è Marco Rossi, ct dell'Ungheria, che è riuscito a pareggiare 2-2 contro il Portogallo a Lisbona durante l'ultima sosta per le nazionali: "È stata una partita giocata bene. Non voglio dire alla pari perché è difficile, però abbiamo tirato in porta quasi quanto loro. È chiaro che l'episodio contro questo tipo di avversari può ovviamente determinare… Lo fa sempre, ma se tutto ti gira storto puoi anche perdere 3 o 4 a 0. È successo e succederà ancora, se poi l'episodio gira dalla tua parte puoi riuscire a fare risultato. Tutto deve essere comunque supportato da una prestazione importante e di questo dobbiamo essere contenti. Siamo andati a prenderli alti e sappiamo le capacità di palleggio che hanno, quanto è difficile contenere Vitinha e gli altri. Il punto è importante, ma non cambia molto le cose, dobbiamo cercare di vincere tutte le ultime due gare".
Quanto è stato importante aver perso di misura all'andata?
"Lì abbiamo fatto un'altra buonissima partita, anche se non come quella di Lisbona. Il 3-2 è arrivato dopo un errore grossolano nostro, lo abbiamo capito e in certe situazione sapevamo di dover evitare un atteggiamento simile".
È fiducioso in vista dei playoff?
"C'è fiducia da parte mia e dell'ambiente. Dalla prima partita contro l'Irlanda stiamo facendo bene, poi è chiaro che siamo stati condizionati dagli episodi, ma non è opportuno parlarne adesso perché vorrebbe dire piangersi addosso e lungi da me volerlo fare. Andiamo avanti con ottimismo".
Come mai non viene mai esaltato abbastanza mediaticamente?
"Ormai da tempo dico che sono focalizzato sul mio lavoro, su quello che devo fare per cercare di mantenere il livello raggiunto e possibilmente migliorarlo perché ci sono sempre nuove sfide e non si finisce mai di progredire. Abbiamo questo grande sogno di voler tornare ai Mondiali dopo 40 anni di assenza e mi interessa quello. L'eco a livello mediatico in Ungheria c'è di sicuro, a livello internazionale non me ne curo più di tanto. La ragione perché questo avviene è da ricercarsi nel fatto che non ho nessuno che mi sponsorizza più di tanto o forse non sono un profilo così interessante".
Dopo l'eventuale Mondiale, c'è una possibilità che venga a lavorare in Serie A?
"Non me ne curo, non ci penso, non l'ho mai fatto. Quello che per me oggi è importante ed è nei miei pensieri sempre è raggiungere il Mondiale. Se ci qualificassimo per i playoff, molto dipenderebbe dal sorteggio. La cosa principale per me è questa, qualificarsi al Mondiale".
L'Italia si qualificherà al Mondiale?
"Non posso dire granché dal punto di vista delle prestazioni perché, a parte il 5-4 contro Israele, non ho mai potuto vedere l'Italia, dato che hanno giocato in contemporanea con noi e sono focalizzato su altre cose. L'Italia è l'Italia, ha raggiunto i playoff e sono convinto che, al di là del sorteggio, avrà i favori del pronostico dalla sua parte. Il Mondiale non sfuggirà".
Gattuso è l'uomo giusto per gli Azzurri?
"I fatti stanno dicendo di sì, però è anche vero che onestamente, dopo aver perso contro la Norvegia, le successive partite sono state giocate contro avversari indubbiamente molto inferiori, quindi non c'è da sorprenderci del fatto che l'Italia li abbia battuti anche piuttosto nettamente. I risultati sono abbastanza normali, niente di eccezionale. Era nell'ordine delle cose che la Nazionale dovesse e potesse arrivare seconda dietro la Norvegia, era abbastanza normale. Dall'esterno mi sembra di poter dire che c'è soddisfazione per il lavoro del ct, gli auguro il meglio possibile".
Qual è la differenza tra Italia e Ungheria nel modo in cui si vive il calcio?
"In Italia sappiamo che il calcio è lo sport nazionale, ma come in tanti altri paesi. Qui in Ungheria c'è una grandissima voglia di calcio ad alto livello. Il tifoso medio ungherese farebbe carte false per arrivare ai mondiali. C'è grande passione: quando giochiamo in casa alla Nuova Puskas Arena facciamo sold out indipendentemente dall'avversaria che affrontiamo. Addirittura in una amichevole contro l'Estonia abbiamo fatto quasi 60mila spettatori. C'è grande entusiasmo, che si è ritrovato negli ultimi anni grazie alla partecipazione a tre Europei di fila; al passaggio dalla serie C alla serie A della Nation League, riuscendo a mantenere la categoria a scapito dell'Inghilterra. Sono stati fatti risultati importantissimi e questo ha fatto crescere l'entusiasmo e le aspettative che speriamo di mantenere".
Recentemente ha sfidato Cristiano Ronaldo, che continua a essere determinante a 40 anni.
"Qualcuno dice che il campionato arabo è scarso: io ci andrei cauto perché lì stanno portando il livello ad aumentare grazie all'acquisto di giocatori di primissimo piano, molti dei quali sono ben lunghi dalla fine della propria carriera. Ronaldo è chiaro che non abbia più lo smalto dei 20-25 anni, ma con il tempo ha saputo cambiare la posizione in campo pur rimanendo una sentenza in area di rigore. Noi avevamo preparato la squadra per evitare qualcosa che poi è successo due volte. Sapevamo che si sarebbe posizionato in un certo posto e che la palla sarebbe arrivata là, ma ciò nonostante ci ha fatto gol lo stesso. Se a 40 anni riesci ancora a fare la differenza occorre che anche i più scettici riconoscano che sia da considerare il numero uno nella storia del calcio".
