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Storia nostra, storia di Roma: 120 volte auguri Lazio!TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
giovedì 9 gennaio 2020, 00:00Editoriale
di Marco Valerio Bava
per Lalaziosiamonoi.it
fonte MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it

Storia nostra, storia di Roma: 120 volte auguri Lazio!

La Lazio compie 120 anni e si riafferma ancora una volta come la Prima Squadra della Capitale. Un titolo forgiato dalla storia.

Provate a chiudere gli occhi, a tornare a quel pomeriggio del 9 gennaio di 120 anni fa, quando il freddo era forse ancora più pungente senza la cappa creata dallo smog dell’impazzito traffico odierno, senza i riscaldamenti che oggi occupano ogni abitazione. Tornate a quella panchina, all’ebbrezza del sogno di Luigi Bigiarelli e dei suoi compagni, all’idea che prende subito il nome di Lazio. Orgogliosamente Lazio. Un nome che non sarà mai una debolezza, ma sempre un vanto, territorio meraviglioso in cui l’epopea di Roma ha preso vita, sostanza, per incastonarsi nella storia. Roma e la Lazio hanno stretto un legame indissolubile da quel giorno, legame che viene celebrato ogni mezzanotte del nove gennaio, da un popolo che della Città Eterna è figlio prediletto. Tornate a 120 anni fa e assaporate il sogno che oggi è vero ideale, sostanza di tanta gente che sotto l'ala dell'aquila trova la sua ragione d'essere. Riaprite gli occhi e tornate al presente. Tornate in quella Piazza della Libertà dove va in scena ogni anno un rito pagano, la celebrazione di un legame unico, un sentimento puro, che conosce sbiadite imitazioni da qualche tempo, in date e luoghi che non hanno dalla propria l’appoggio solido della storia. La Lazio è Roma, nelle pagine della sua vita si possono leggere momenti decisivi della vita della città, del suo evolversi, del suo cambiare nel corso dei decenni. La Lazio è la Roma dei primi tram che attraversano Ponte Regina Margherita e si ricaricano al capolinea di Piazza della Libertà, la Lazio è Roma in chi si tuffa nel Tevere in cerca di refrigerio, nei ragazzini che corrono per i vicoli per gioco e in quelli che tirano i primi calci al pallone sui prati che odorano di primavera. La Lazio è Roma in chi ha dato la vita durante la Grande Guerra, sacrificando la giovinezza sull’altare della patria che diventa una nella polvere delle trincee, in un campo da gioco mutato in orto di guerra per dare sostentamento a una popolazione sull’orlo del collasso.

La Lazio è l’Italia e Roma nella sua storia, nelle sue contraddizioni, nella sua follia. La Lazio è una banda sgangherata che un Maestro amalgama con l’acciaio per farla salire sul tetto d’Italia ed è il destino che s’accanisce su quella creatura meravigliosa portandosi via i protagonisti di quell'esaltante romanzo troppo presto, troppo crudelmente. La Lazio è l’esodo d’un popolo per evitare il baratro, l'urlo liberatorio che riafferma la presenza ed è la rinascita che la porta essere la stella più luminosa d’Europa. È di nuovo l’oblio che avanza, ma si ferma di fronte all'ostinazione del popolo biancoceleste ed è poi la nuova risalita che la fa diventare di Roma la compagine più titolata. La Lazio è ribellione, anticonformismo, lotta al pensiero unico che c’è nel dna di chi è nato per volontà non propria, ma per un disegno politico. La Lazio è l’atleta che cresce, come un fiore annaffiato quotidianamente, e diventa oro italiano, europeo, mondiale e Olimpico. La Lazio è chi non c'è più, chi ha dato la vita seguendola. La Lazio è il bambino che non si arrende di fronte alla massa e rivendica con orgoglio la propria fede, il bambino che la domenica mano nella mano con il papà calpesta quel percorso che separa la macchina dal seggiolino e del rettangolo vedere e dei vessilli colore del cielo s’inebria per ricominciare poi la sua battaglia quotidiana contro il branco. Perché è sempre tutto qui: aquile contro iene. E ogni nove gennaio serve a ricordarci perché essere della Lazio vuol dire tutto, vuol dire aver vinto dal primo giorno - da quando la Lazio ci ha scelto - vuol dire essere padroni di Roma. Dal 1900. Tanti auguri immenso amore.